Terminata la procedura per l’assegnazione degli incarichi ex art. 18 CCNI, con la nomina delle 167 figure organizzative nelle DP dell’Emilia Romagna (più ulteriori 20 in DR), abbiamo analizzato i numeri relativi agli organici delle DP dell’Emilia Romagna, e non sono mancate le sorprese (pessime) per i lavoratori.
Dai dati in nostro possesso abbiamo infatti constatato che se nel 2011 in tutte le DP erano in servizio 2056 lavoratori, oggi tale numero si è ridotto a 1840 (al netto delle figure dirigenziali), con una perdita di 216 unità, mentre a fronte di tale riduzione, il numero delle figure organizzative presenti nelle DP è rimasto invariato.
Da tale dato di fatto ne traiamo diverse considerazioni, la prima delle quali è il fatto che diminuendo nel tempo il personale ed aumentando al contempo gli obiettivi, i carichi di lavoro continuano ad aumentare. Un aumento che mal si concilia con il fatto che gli stipendi sono bloccati fino alla fine di quest’anno (se non fino alla fine del 2017), ma non solo: ricordiamo infatti che le retribuzioni di posizione per le figure ex art. 18 sono pagate - fino all’importo di 2.500 Euro - con i fondi attinti dal Fondo di Produttività, cioè con i soldi di tutti i lavoratori (e di ciò non finiremo mai di ringraziare Cgil, Cisl, Uil, Salfi e FLP, allora firmatarie del CCNI e del successivo accordo), e che analizzando i dati nudi e crudi, i conti sono così fatti.
Se il costo annuale delle 167 figure organizzative a carico del Fondo di Produttività è pari a 417.500 Euro, il risultato è che ogni lavoratore in Emilia Romagna si vedrà attribuita in meno una quota media di circa 226 Euro (417.500 Euro / 1840 lavoratori), cifra sottratta a tutte le altre finalità previste dal Fondo, tra le quali ad esempio il finanziamento di passaggi di fascia (per i quali i soldi non si trovano mai!). Il risultato finale, quindi, si riassume in una sola frase: lavorare di più per guadagnare di meno!
A scanso di equivoci ci teniamo a chiarire che queste considerazioni non intendono essere un attacco nei confronti degli incaricati: siamo perfettamente consapevoli del fatto che qualsiasi struttura per funzionare ha bisogno di figure intermedie di coordinamento, e quello che intendiamo sottolineare è solo il fatto che il costo di tali figure deve essere a totale carico dell’Agenzia. E su questo torneremo alla carica in sede di contrattazione nazionale (se e quando si riaprirà), i lavoratori possono starne certi.
Di fatto, l’Agenzia delle Entrate la sua personale spending review la sta già attuando da tempo: riduzione del personale e chiusura di sedi sono una realtà, come è reale la totale mancanza di opportunità per tutti i lavoratori di migliorare la propria posizione economica per l’assenza di procedure di passaggi di fascia. Ma tanto cosa importa? A farne le spese sono l’utenza e i lavoratori, non certo la dirigenza, quella che fà e disfa le cose a proprio piacimento, incaricata esclusivamente di raggiungere i propri personali obiettivi, per i quali percepisce retribuzioni che il comune funzionario neanche si sogna. Anche per questo, quindi, venerdì 14 marzo scenderemo in piazza a Roma, per manifestare contro ogni spending review che vada contro i lavoratori e i cittadini.