La questione Enasarco nella città di Roma sta aumentando i connotati sempre più drammatici dell’emergenza abitativa: a fronte di una cronica mancanza di case e di una gestione del patrimonio pubblico assolutamente inefficace la situazione rischia di aggravarsi con l’arrivo di questa imponente dismissione.
La ripresa degli sfratti e l’uso della forza pubblica per eseguirli sono solo gli ultimi, gravissimi, episodi di un modo di concepire le politiche abitative come una questione di ordine pubblico.
Roma è divenuta una delle prime città europee per il più alto livello degli affitti e di quello del prezzo delle case. Mentre aumentano in modo vertiginoso gli sfratti per morosità per l’insostenibile prezzo degli affitti, centinaia di migliaia di famiglie (in Italia sono 530.000 secondo i dati della Banca d’Italia) hanno difficoltà a pagare i mutui (spesso indicizzati) della casa.
A determinare questa situazione ha contribuito in modo decisivo la scelta di dismettere il patrimonio degli Enti previdenziali – pubblici e privati – insieme a quello pubblico dell’ATER e del Comune di Roma.
La scelta delle dismissioni, come quella dell’introduzione dei patti in deroga prima e del libero mercato (L. 431/98 che ha abolito l’equo canone) è stata sostenuta da tutti i sindacati confederali concertativi. Si sono ritrovati tutti d’accordo contro gli interessi degli inquilini.
Davanti a tutto questo riteniamo fondamentale oggi riunire tutti quegli inquilini, lavoratori e pensionati, comitati e associazioni che hanno voglia di lottare perchè la casa sia un diritto di tutti.
Quella che riportiamo è una proposta di piattaforma che, articolata per punti, definisce una base di partenza per costruire dal basso una vertenza con la Fondazione Enasarco e con gli Enti Locali (Regione e Comune) che assicuri diritti e dignità per tutti.