La lettera nasce da una anomalia legislativa che tiene in ansia, ormai da tempo, circa 30.000 famiglie che vivono a Roma.
Vorrei esporvi le riflessioni ed il problema partendo da quest’ultimo:
dismissione del patrimonio immobiliare di enti pubblici che cambiando pelle e facendosi privati si sono impossessati di un patrimonio nato pubblico .
Solo l’Enasarco coinvolge 15.000 famiglie romane quindi prendiamolo ad esempio:
- Nasce come ente pubblico, quindi dipendenti dello stato pagati con fondi versati dai cittadini;
- Riceve tra gli altri il mandato di investire i fondi raccolti dai cittadini in immobili per calmierare il mercato dei fitti e delle vendite;
- Riceve agevolazioni e finanziamenti pubblici e solo così può giungere ad acquisire il patrimonio attuale;
- Nel 1996 il governo decide di intervenire per calmierare il mercato immobiliare con il D.Lgs.104/96 dando 5 anni di tempo per alienare il patrimonio immobiliare agli enti pubblici indicando la regolamentazione e come formare i prezzi;
- Nel 1997 enasarco ed altri enti pubblici cambiano pelle privatizzandosi, senza che nessuno si opponga, certo non era compito degli ignari cittadini;
- Il cambio pelle si definisce nel suo effettivo scopo nell’agosto del 2004, mentre gli italiani erano al mare, il 23 viene emanata una legge la 243 che tratta la materia pensionistica e ci viene piazzato, ben nascosto il famoso comma 38, con il quale si reinterpreta una legge che guardacaso è la 104/96 affermando che questa non si ritiene valida per gli enti che si sono privatizzati anche dopo la sua regolare entrata in vigore e gli si dà una valenza retroattiva . Questo colpo di mano svincola gli enti privatizzati dagli obblighi di legge precedenti e nessuno ma proprio nessuno interviene ancora una volta, dove erano i sindacati? Quali interessi hanno tutelato i parlamentari presenti?
- Oggi quei dipendenti pubblici si sentono proprietari di un patrimonio pubblico e vorrebbero sanare tutti gli orrori commessi nella gestione patrimoniale facendo pagare ancora una volta ad altri, gli inquilini le loro incapacità;
- NON E’ GIUSTO che venga permesso questo, chi vive in queste case da 30 anni ha acquisito un diritto che gli è stato sottratto, chi è appena entrato (e sono tanti) paghi pure il prezzo di mercato ma non si permetta questa profonda ingiustizia nei confronti di chi quella casa ha già pagato abbondantemente!
- Conoscete bene la realtà del problema abitazione e la crisi economica attuale che accentua il disagio, in questo contesto si vogliono commettere tali GRAVI INGIUSTIZIE ai danni di chi ha finanziato il tutto?
QUESTO E’ INAMMISSIBILE
Chiedo pertanto a voi che ci rappresentate di:
- Bloccare il processo in atto, dismissione, aumento esponenziale dei canoni di locazione e sfratti, perché mal organizzati con una MORATORIA DEGLI ACCORDI;
- Poter portare direttamente il nostro contributo ad un TAVOLO TECNICO con i comitati inquilini sorti in risposta alla inconsistenza dell’azione dei sindacati che tutto ciò hanno permesso.
FIDUCIOSO IN UNA RESIDUA VITALITA’ DEL SENSO DELLA GIUSTIZIA E CERTO DI RICEVERE ASCOLTO RIMARO LA GRAVITA’ DELLA SITUAZIONE CHE RIGUARDA 30.000 FAMIGLIE ROMANE.