La linea che un’Organizzazione Sindacale sceglie di avere attiene direttamente alla libertà e alla coerenza.
Di spezzare il silenzio, lottare per migliorare l’assetto esistente, rompere trattative o assentire.
Di denunciare le falsità e le campagne di fango.
Come quelle contenute nel comunicato del coordinatore della UIL ad Agrigento che fulminato sulla via della rivoluzione postdatata sale sulla cattedra e vorrebbe dare lezioni di diritto (forse non ha preso appunti durante l’incontro?) o di lotta sindacale a chi porta a casa un risultato.
Un risultato che per noi di USB non è il massimo possibile (abbiamo chiaramente ricostruito la genesi nazionale e cronologica delle schede di sintesi e parlato di strumento anacronistico) ma che quanto meno ha rimesso in equilibrio sia il bilanciamento dei diritti e dei doveri tra funzionari e capi team che l’ambito di applicazione: le schede non le devono compilare le lavoratrici e i lavoratori, le schede non sono mai state uno strumento pensato per chi lavora in presenza.
La UIL dice il falso almeno per due ragioni.
- Si inventa di sana pianta una dichiarazione di travisamento dei fatti del Direttore mai avvenuta;
- Si allarga la bocca col principio di non contestazione laddove è stato proprio il suo coordinatore provinciale a mettersi di traverso (“ora basta, ci siamo chiariti: cit”) quando USB ha chiesto di approfondire chi avesse mandato le mail sulle schede al personale. Com’è che durante l’incontro era tutto chiaro e tuttappost e poi si parla di “principio di non contestazione”? Un parolone del teatro dell’assurdo visto che chi lo cita è stato l’artefice della chiusura a ogni approfondimento sulle evidenti dinamiche distorsive sulle schede.
Il tutto dopo aver fatto un “plauso al direttore per la ventata di novità”. Sulla delicatissima questione dei carichi di lavoro scatta invece l’omissione chirurgica visto che la discussione era nata dalla proposta del Direttore sui TUM sui cui tutto il tavolo ha aperto al confronto (sul budget e gli organici lo scorso 23 aprile USB ha presentato accesso civico nonchè precisato un paio di cosucce riportate sia nel verbale che nel comunicato).
Non c’è male. La UIL non è nuova a queste bordate. Indimenticabile l’accusa a USB del suo Coordinatore Regionale di essere “pretestuosa” perchè chiedeva il diritto ai permessi orari in lavoro agile allo scorso incontro del 5 novembre. Allora USB, che fece un corpo a corpo di ore con l’Amministrazione per inserire miglioramenti nell’accordo di Agrigento sul lavoro agile ( o si pensa che l’art. 9 a cui oggi anche la RSU si appella sia piovuto dal cielo?) non denunciò la cosa perchè preferì evitare di dare adito a polemiche.
Oggi, alla luce della diffusione di falsità clamorose, USB non può che dichiarare che ogni tentativo di silenziamento e manipolazione dei fatti storici realmente accaduti verrà tempestivamente e pubblicamente denunciato e chiederà che ad Agrigento gli incontri sindacali siano registrati e diffusi al personale.
Il tempo del doppio binario comunicativo e delle mistificazioni sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori è finito.
USB PI Agenzie Fiscali Sicilia