Abbiamo scritto una lettera aperta al nuovo direttore dell'Agenzia delle Entrate di cui vi riportiamo il testo integrale:
Al Direttore dell’Agenzia delle Entrate
Dott. Antonino Maggiore
Egregio Direttore,
ci rivolgiamo a Lei all'indomani del suo insediamento per aprire un confronto sui vari temi che interessano il comparto e più in generale la collettività.
Come O.S., siamo fermamente convinti che la vera sfida del cambiamento con la quale oggi il Fisco si misura, consista nel ripristinare quel rapporto di fiducia con i lavoratori e con i cittadini che si è spezzato anche a causa di scelte non orientate ad equità e giustizia sociale.
Per rilanciare la funzione strategica del Fisco e contrastare davvero quella vera e propria emergenza sociale rappresentata dagli oltre 120 miliardi di evasione annui, occorre potenziare il comparto investendo risorse dal punto di vista economico, anche attraverso un piano massiccio di assunzioni.
Invece, in questi anni, diverse riorganizzazioni hanno interessato la macchina fiscale, ma tali processi hanno sempre obbedito alla logica della spending review, producendo incertezza lavorativa, chiusure di uffici con conseguente riduzione dei servizi forniti alla cittadinanza, mobilità coatta e perdita di professionalità per i lavoratori.
E mentre ogni anno viene innalzata l’asticella degli obbiettivi da raggiungere, i lavoratori del Fisco continuano ad essere oggetto di inqualificabili attacchi da parte degli organi di stampa, come il recente articolo pubblicato sul quotidiano “Libero” dimostra.
Su questo punto avevamo tempestivamente invitato l’Amministrazione ad assumere una posizione chiara e forte in difesa dei lavoratori perché riteniamo che competa all’Ente la tutela da attacchi tanto ingiustificati, quanto offensivi.
Questo non è accaduto e non possiamo non esprimere tutto il nostro disappunto per l’imbarazzante silenzio dell’Agenzia e la condizione di isolamento nella quale ha lasciato le lavoratrici ed i lavoratori.
Nel contempo non possiamo non evidenziare che proprio la logica del raggiungimento degli obbiettivi a tutti i costi, mal si concilia con la funzione che un servizio pubblico dovrebbe svolgere e rischia di favorire pericolose distorsioni all'interno delle quali si possono inserire fenomeni corruttivi.
Ad inasprire il clima interno, contribuisce anche l'annosa questione dei rischi professionali nei quali i lavoratori, per la particolarità della funzione che svolgono, sempre più spesso incorrono.
Il rischio connesso all'attività lavorativa non può essere scaricato sul singolo lavoratore ma occorre che l'Amministrazione se ne faccia carico, cominciando a garantire a tutti i lavoratori strumenti di tutela non onerosi.
Da questo punto di vista anche il ruolo dell'Audit va riportato alla sua funzione originaria attraverso una controllo orientato alla prevenzione e all'affiancamento dell'attività lavorativa e non, come oramai sempre più di frequente accade, intervenendo ex post in funzione sanzionatoria.
Sul fronte salariale continuano gli assurdi tagli al nostro salario accessorio che, lungi dal contenere la spesa, hanno prodotto e continuano a produrre, soltanto un impoverimento progressivo delle retribuzioni dei lavoratori. Su questo punto, quindi, Le chiediamo un intervento, oramai non più rinviabile, forte e risolutivo presso l’autorità politica.
In questi anni, invece, le politiche retributive hanno accresciuto la distanza tra dirigenti per i quali si è costruita una corsia preferenziale ed i lavoratori ai quali i riconoscimenti professionali e salariali sono stati preclusi, anche per la costante sottrazione di risorse determinata da posizioni organizzative e di incarichi di responsabilità, cresciute a dismisura e pagate col fondo di tutto il personale, anziché con quello dell’Agenzia.
Così come crediamo che, dopo la stagione degli incarichi dirigenziali e delle soluzioni tampone, l’individuazione di una dirigenza indipendente ed autorevole non possa non passare attraverso il bando di un vero concorso pubblico che garantisca pari opportunità a tutti i candidati, come recentemente la sentenza del TAR ha stabilito.
Per avviare un confronto franco e sereno non si può prescindere dall'affrontare la spinosa questione che attiene alla titolarità negoziale delle OO.SS. L’Unione Sindacale di Base, Organizzazione Sindacale maggiormente rappresentativa nelle Funzioni centrali, ha legittimamente scelto di non sottoscrivere il CCNL e, in virtù dell’articolo 7 del testo contrattuale, è stata, in questi mesi, estromessa dalla partecipazione ai tavoli negoziali.
Avverso tale norma, che riteniamo antidemocratica, abbiamo presentato ricorso al Tribunale del Lavoro al fine di farne dichiarare l’incostituzionalità e ripristinare la piena democrazia nei posti di lavoro. Auspichiamo, comunque, un Suo intervento che riconosca la partecipazione ai tavoli dell’Unione Sindacale di Base, e sani quel grave vulnus democratico rappresentato dall'introduzione nel testo contrattuale di una inaccettabile sanzione del dissenso.
Crediamo sia una soluzione corretta e necessaria, anche al fine di ripristinare quelle serene relazioni sindacali che possono essere garantite soltanto dal riconoscimento di tutte le posizioni sindacali e delle diverse migliaia di iscritti ed elettori che, come hanno dimostrato le recenti elezioni RSU, la nostra O.S. rappresenta.
Questi temi, succintamente esposti, rappresentano a nostro avviso la premessa per aprire un confronto vero, al quale ci rendiamo immediatamente disponibili, e costituiscono i segnali necessari per rilanciare il ruolo strategico del Fisco e ricostruire il necessario rapporto di fiducia tra il Fisco, lavoratori e cittadini.
Distinti saluti