Si parla di tutela dei rischi professionali, ma poi, come sempre, si lasciano i lavoratori da soli.
Su un increscioso la USB ha scritto una lettera al Direttore Generale dell'Agenzia delle Entrate, Avv. Ruffini.
Al Direttore dell’Agenzia delle Entrate
Avv. Ernesto Maria Ruffini
e, p.c. Al Direttore Centrale del Personale
Dott. Aldo Polito
Egregio Direttore,
Le scriviamo in relazione ad una incresciosa vicenda che ha coinvolto l’Agenzia che Lei rappresenta e, più nello specifico, due lavoratrici dell’Ufficio Territoriale di Torino 2, che sono state oggetto di frasi ingiuriose e diffamatorie contenute in due volumi di un libro pubblicato sia in formato elettronico che cartaceo.
Non le ricorderemo nuovamente la cronologia dei fatti, perché è stato tutto già acquisito dall’ Amministrazione, che è a conoscenza del primo volume dall’aprile del 2017 e del secondo dal dicembre dello stesso anno.
I contenuti del libro parlano più di qualsiasi sintesi, qui alcuni stralci: (omissis)
Le segnaliamo, infine, come fatto estremamente preoccupante, che il libro contiene anche vere e proprie minacce per il futuro: (omissis)
Riteniamo che la vicenda avrebbe meritato da subito, come peraltro chiesto dalle colleghe, una pronta replica. Finora, invece, si sono susseguite richieste di pareri ai diversi livelli dell’Agenzia, con una lentezza esasperante per chi aspetta una tutela e una risposta, senza alcuna decisione in merito e, fatto altrettanto grave, senza che le lavoratrici interessate fossero tempestivamente informate circa le azioni intraprese.
Le ingiurie, le offese e persino le minacce contenute nei volumi pubblicati non hanno, quindi, trovato alcuna reazione da parte dell’Agenzia, con il rischio concreto, e già paventato dal contribuente, della reiterazione ed inasprimento dei suddetti comportamenti.
L’inerzia che ha caratterizzato l’atteggiamento dell’Amministrazione, a nostro avviso, lungi dall’aver depotenziato la vicenda, ha prodotto l’effetto di consentire al contribuente di agire indisturbato.
Né riteniamo che la necessità di intervenire a difesa e a tutela delle colleghe colpite possa e debba cedere il passo a presunte valutazioni di opportunità.
Come Lei ben sa i lavoratori dell’Agenzia quotidianamente svolgono un lavoro difficile e complesso in un clima politico spesso ostile.
A chi quotidianamente svolge tale ruolo dovrebbe sempre esser garantita la possibilità di lavorare serenamente, a partire dall’assunzione, da parte dell’Amministrazione, della tutela dei rischi professionali connessi alla nostra delicata attività. Tutela dei rischi professionali che non può e non deve ricadere sui singoli dipendenti.
Le chiediamo, quindi, un intervento anche di natura legale a tutela delle lavoratrici coinvolte in questa incresciosa vicenda.
Crediamo sia necessario ed opportuno evitare di inviare un messaggio, che andrebbe ben oltre il caso specifico, di profondo disinteresse e distanza tra i vertici dell’Amministrazione che Lei rappresenta e i lavoratori che per questo ente prestano servizio.
Confidiamo in un sollecito riscontro e ci rendiamo disponibili ad un incontro.