Nella riunione tenutasi il 30 giugno l’Amministrazione, in materia di part time, si è limitata a fornire una serie di dati numerici circa i provvedimenti di revoca già adottati e sulle successive domande di ricostituzione del rapporto a tempo parziale che sono apparsi alquanto riduttivi della reale consistenza del fenomeno.
In ogni caso gli uffici ministeriali stanno ancora esaminando le richieste di revisione pervenute e le lavoratrici interessate riceveranno comunicazione scritta del definitivo provvedimento, sia in positivo che in negativo; ciò al fine di poterne chiedere, nelle more, la sospensione dell’efficacia.
La USB ha ribadito la necessità per coloro cui è stato trasformato definitivamente il rapporto di lavoro in full time, nel rispetto di quanto concordato nella riunione preliminare di maggio, di procrastinare di qualche mese l’efficacia dei provvedimenti di revoca per consentire alle interessate di conciliare i nuovi tempi di lavoro con le esigenze familiari e quelle di cura ed assistenza.
Inoltre è stata sollecitata l’Amministrazione a fissare un incontro per stabilire i criteri e regole certe da utilizzare in futuro per coloro che volessero fare richiesta di part-time.
Quanto alla mobilità il Capo Dipartimento ha illustrato verbalmente una proposta, evidenziando la necessità di coprire i vuoti di organico di alcuni uffici (soprattutto del nord) che presentano una carenza di personale superiore al 10%.
La proposta è la seguente:
• pubblicazione di un interpello ordinario per tutte le sedi con gravi scoperture di organico (ossia per sedi prevalentemente del nord);
• contestuale pubblicazione di un bando per mobilità esterna (dipendenti di altre pubbliche amministrazioni che intendano transitare nel Ministero della Giustizia) per le seguenti figure professionali: funzionario giudiziario, funzionario contabile, cancelliere ed assistente giudiziario. Il bando riguarderebbe i distretti di Milano, Trento, Trieste, Brescia, Bologna, Torino, Perugia, Venezia e Genova, con 783 posti disponibili, ma ne verrebbero messi a concorso soltanto la metà (circa 390);
• pubblicazione, all’esito del bando di cui al punto precedente, di un interpello per le sole sedi del centro sud per un numero di posti pari alla metà di quelli coperti con la mobilità esterna; in sintesi se 390 persone occupassero le posizioni messe a disposizione della mobilità, l’interpello riguarderebbe 185 posti e per le sole figure professionali di cui sopra;
• creazione di un tavolo tecnico per discutere nello specifico tutta la materia.
La proposta oltre ad essere deludente è irricevibile perché sottoposta a condizione che consiste nell’assenso del sindacato al trasferimento definitivo di circa 1200-1300 lavoratori della giustizia presso le sedi cui da tempo sono distaccati. Per quanto riguarda la USB se sanatoria deve esserci non può che riguardare tutti coloro che da anni aspirano al trasferimento ad altro ufficio giudiziario, che da anni non dormono pensando ai loro familiari da cui vivono separati, ai loro cari cui è stata riconosciuta la legge 104/92 in situazione di gravità e che avrebbero bisogno di cure ed assistenza continuata non ad intermittenza, ai figli in tenera età ed agli affetti non coltivati, alle famiglie che si sfasciano a causa della lontananza.
Per la USB non possono esserci figli e figliastri, non possono esistere disparità di trattamento perché nel corso degli anni non tutti i lavoratori interessati alla mobilità sono riusciti ad ottenere un provvedimento di distacco nella sede gradita, ma soprattutto non può essere incrementato un sistema clientelare che tanti danni ha prodotto in questa società.
La USB sarà disponibile a discutere sulla mobilità del personale giudiziario purché, nella proposta dell’Amministrazione, si applichino regole certe e che valgano per tutti.
A buon intenditore poche parole….