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Enti Locali

ESUBERI PROVINCE E CITTA' METROPOLITANE: IL MINISTERO PUBBLICA SOLO I NUMERI DIMENTICANDO I PROBLEMI DEI LAVORATORI


Si è conclusa la prima fase di ricollocazione del personale degli Enti di area vasta mediante il portale della Funzione Pubblica. Secondo i dati forniti dal dipartimento F.P., sono stati ricollocati 447 dipendenti, e ne restano ancora da ricollocare 584.

 

Nelle regioni come la Basilicata, la Liguria e l’Umbria la ricollocazione ha avuto una bassa percentuale di esiti positivi, mentre in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto la percentuale è molto alta. Il dato nazionale comunque non è confortante, solo il 43,4% dei dipendenti di area vasta ha trovato una nuova collocazione.

 

Il sistema domanda e offerta ideato dal Ministero ha ricollocato i dipendenti in esubero maggiormente nei Comuni, nella Presidenza del Consiglio dei Ministri e nei Ministeri, tra i quali solo il 52,3% aveva espresso una preferenza sulla collocazione. Per l’Unione Sindacale di Base i dati pubblicati evidenziano il fallimento del portale della mobilità, e di tutta la riforma Delrio. Il combinato disposto Legge Delrio/tagli (nel 2016 già previsto un ulteriore taglio di 2 mld di euro)è stato devastante. Il Ministero snocciola solo numeri dimenticando i veri problemi dei lavoratori che sono transitati nelle regioni e nelle altre amministrazioni dello Stato.

 

Molti di loro non stanno percependo il salario accessorio, altri non stanno svolgendo la funzione che esercitavano precedentemente, con la conseguente perdita della professionalità. Una riforma che fa acqua da tutte le parti, che non ha garantito i lavoratori, i livelli salariali e ha tolto servizi utili ai cittadini.L'obiettivo vero della "controriforma", da subito osteggiata da USB,è stato il taglio di servizi ai territori, con il conseguente danno a carico dei soli lavoratori e cittadini.

 

L’appuntamento autunnale con lo sciopero generale già indetto per il 23 settembre ed il referendum costituzionale, diventa l’opportunità di porre fine a tutto questo scempio e di riattivare gli enti di area vasta. Votando per il NO, si impedirebbero le modifiche che determinerebbero un restringimento sostanziale degli spazi di partecipazione e democrazia nel nostro Paese, con effetti pesanti sul mondo del lavoro, già penalizzato in modo eccessivo da leggi ed accordi, siglati con la complicità di CGIL, CISL e UIL, che negli anni hanno ridotto democrazia e reale rappresentanza.

 

 

 

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