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Editoriale

EUROSTOP SUI BOMBARDAMENTI STATUNITENSI IN SIRIA

Nazionale,

 

A Roma come prima iniziativa, convochiamo un presidio di protesta in Piazza Barberini (angolo via Veneto), per mercoledì alle ore 17.

Era nell’aria da anni, ma è arrivato soltanto ora… Il bombardamento americano di una base siriana inaugura la santificazione di Donald Trump agli occhi dell’opinione pubblica europea e della parte dell’elettorato americano fin qui a lui ostile, lancia un avvertimento alla Cina (il presidente Xi era a Washington proprio nelle stesse ore) e alla Corea, segnala a Mosca che l’unica soluzione possibile alla crisi siriana sarà una spartizione tra aree di influenza.

 

Colpisce per la reazione delle capitali europee – “quella di Washington è una reazione proporzionata” all’ancora non chiarito episodio dell’ospedale colpito da armi chimiche (l’Onu non ha ancora effettuato ispezioni, come previsto dal trattato internazionale che ha messo al bando le armi chimiche) – conferma la piena compartecipazione politica dell’Unione Europea a un avventurismo militare e imperialista che in Medio Oriente, che fin qui ha distrutto strutture statali, innescato guerre civili, alimentato (finanziato ed armato) formazioni terroristiche e provocato milioni di profughi.

 

E’ una conferma anche delle ragioni della manifestazione del 25 marzo contro i 28 capi di stato europei riuniti a Roma, per legare insieme una maggiore integrazione basata su incremento della spesa militare e le politiche di austerità che hanno impoverito – seppure in modo molto disuguale – tutti i popoli stretti nella gabbia della Ue, grazie anche alla moneta unica e all’alleanza subordinata all’interno della Nato. Portare fuori l’Italia dalla escalation di guerra vuol dire sottrarla agli automatismi militari, politici e diplomatici previsti da Trattati che hanno portato il paese dentro guerre e conflitti ancora prima che il Parlamento ne potesse discutere.

Per queste ragioni oggi più che mai Eurostop afferma la necessità di rompere con l’Euro, la UE e la NATO e chiama alla mobilitazione popolare e democratica per fermare la nuova escalation guerrafondaia”

 

 

 

NO alla guerra, NO alla Nato,

Fuori l'Italia dalla guerra. Fuori la guerra dall'Italia