È assolutamente indispensabile che il Governo convochi a stretto giro un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali al fine di individuare le migliori soluzioni per mettere in sicurezza i lavoratori.
Dalle parole del ministro Urso si evince la volontà del Governo di andare a gara nel più breve tempo possibile, ma la necessità di tempo per recuperare la produttività persa era del tutto prevedibile; ci aspettiamo piuttosto ancora un paio di anni a basso regime. Quel che urge è la definizione di misure a tutela dei lavoratori.
Il Governo ha tra le mani le nostre proposte, in versione aggiornata. Nel pacchetto sono inseriti interventi per favorire la flessione del numero dei lavoratori ancora da impiegare nella fabbrica, in vista di una attività produttiva destinata a ridimensionarsi, attraverso percorsi che avvicinino alla pensione.
E ancora meccanismi mirati a mettere in sicurezza tutti i lavoratori, Ilva in As, diretti e appalto. In particolare il riconoscimento del lavoro usurante e dell’amianto, i Lavori di Pubblica Utilità, e incentivi all’esodo per chi ha altri progetti lavorativi, anche imprenditoriali, una volta fuori dallo stabilimento.
Per questo, siamo favorevoli all’accordo di programma, che però va inteso per quello che è, quindi uno strumento che mette insieme diversi attori attorno alla soluzione di un problema, al quale va data una caratterizzazione precisa.
Quindi no ad un accordo di programma come lo intendeva Lucia Morselli, come occasione per “autorizzare” nuovi impianti industriali, magari anche con un impatto visivo, o peggio inquinante, non indifferente; sì ad uno strumento che piuttosto dia risposte a lavoratori e alle loro famiglie, quindi alla comunità.
USB Taranto