FAMIGLIE PROFESSIONALI E PASSAGGI: BASTA PERDITE DI TEMPO
(9/23) Nella giornata di ieri – mercoledì 22 febbraio – è proseguita la trattativa sulle famiglie professionali, che ha portato qualche passo avanti verso la definizione dell’accordo. La nuova bozza ha recepito alcune richieste sindacali – in particolare l’inserimento di una famiglia vigilanza - e USB ha manifestato la disponibilità a sottoscriverlo, rimanendo aperta la possibilità di integrarne i contenuti in futuro. Ricordiamo che tale accordo è propedeutico all’emanazione dei bandi per i passaggi verticali in deroga e che non deve necessariamente essere parte del contratto integrativo.
Con riferimento ai criteri per l’effettuazione dei passaggi in deroga, tutti i sindacati hanno contestato – come già fatto dalla USB in un precedente volantino – l’utilizzo di pagelle e prove a quiz, che riteniamo debbano essere escluse. La proposta USB, considerando i vincoli imposti dal contratto, è di far pesare per il 50% l’anzianità di servizio, per il 25% il titolo di studio e per il 25% il coefficiente di merito individuale utilizzato da anni per la performance collettiva, che ben può misurare la professionalità acquisita nei decenni di mansionismo.
USB chiede la sottoscrizione dell’accordo sulle famiglie e l’emanazione immediata di un primo bando per i 104 posti già autorizzati da B a C, a cui far seguire altri bandi entro il 31/12/2024 via via che arriveranno nuove autorizzazioni (le prossime previste tra aprile e maggio) che consentiranno il passaggio per tutti i colleghi A e B in possesso dei requisiti. L’Amministrazione e altre organizzazioni sindacali vogliono aspettare e fare un bando unico per un numero maggiore di posti, sostenendo l’incertezza di poter procedere a più di un bando.
USB ha ricevuto ampie rassicurazioni in tal senso tramite interlocuzioni informali all’Aran. Abbiamo quindi invitato l’Amministrazione a formulare apposito quesito per sciogliere ogni dubbio e ogni collegato alibi. Invieremo anche formale richiesta scritta.
Ricordiamo che siamo già in colpevole ritardo di quasi 4 mesi – l’accordo sulle famiglie DOVEVA essere definito entro il 31 ottobre 2022 e i bandi POTEVANO essere pubblicati dal primo novembre 2022 – durante i quali decine di colleghi sono andati in pensione senza poter avere il giusto riconoscimento almeno morale dopo decenni di sfruttamento. Non accettiamo che strategie dilatorie di altri, basate su pretesti, comportino ulteriore ritardo mentre altre decine di colleghi continuano ad andare in pensione senza aver avuto il passaggio.