FERIE E FAMIGLIE PROFESSIONALI
(47/24) La riunione di martedì 23 luglio ha visto il confronto – su richiesta della USB Inps - sul messaggio Hermes 2371 del 26/06/2024, che ha introdotto maggiore rigidità nella gestione delle ferie residue e stabilito che – fatte salve circostanze eccezionali – la norma contrattuale debba prevalere su quella di legge. Rimandiamo alla nota – allegata - con cui abbiamo chiesto il ritiro del messaggio per l’illustrazione della nostra posizione in merito.
Nonostante il fronte sindacale favorevole al mantenimento della situazione attuale si sia allargato, con l’eccezione di una sola organizzazione sindacale, l’Amministrazione è rimasta sulla sua posizione e si è riservata un approfondimento, rimandando la discussione a settembre e mantenendo operativo il messaggio. Siamo convinti che sia una scelta sbagliata, che comincerà da subito a creare disagio ai lavoratori e problemi per l’organizzazione degli uffici. Sarebbe sufficiente usare il buon senso e limitarsi ad aggiornare il testo del vigente messaggio 4547/2020 con i nuovi riferimenti contrattuali. Non si capisce la necessità di andare a “mettere le mani” su un elemento che ha finora garantito la contemperazione delle esigenze di servizio con quelle dei lavoratori.
Riguardo al regolamento per il cambio di famiglia professionale, la nuova bozza presentata dall’Amministrazione è migliorativa rispetto a quella precedente, in particolare per la previsione di un ruolo attivo per le organizzazioni sindacali.
Riteniamo che siano necessarie ulteriori modifiche e in particolare abbiamo proposto che si proceda con cadenza annuale alla ricognizione delle carenze, articolate per profili e per territorio, e alla eventuale successiva attivazione delle procedure, che dovrebbero poter essere attivate in corso d’anno anche dai direttori regionali. Su questi due punti c’è stato generale consenso e dovrebbero essere recepiti nella prossima versione del testo.
Abbiamo inoltre proposto che non venga utilizzato lo strumento troppo discrezionale del colloquio e che ci si limiti all’utilizzo – quando necessario – del test.
Abbiamo ribadito che a nostro giudizio vanno tenute distinte le procedure di transito verso profili che richiedono specifici requisiti e titoli di studio (sanitario e tecnico) da quelli più legati ad un “saper fare” (ispettivo e informatico STT) per i quali la semplice appartenenza all’area funzionale e il superamento del test dovrebbero essere i requisiti richiesti per l’accesso alla famiglia, con eventuale punteggio aggiuntivo per il titolo di studio ma nessuna preclusione a priori.
Infine, abbiamo chiesto che venga specificata la possibilità di transito da famiglia “specialistiche” verso la famiglia “amministrativa” sia su richiesta del lavoratore che per motivi oggettivi quali il trasferimento verso una sede dove non è prevista la presenza della famiglia di appartenenza.
La trattativa proseguirà mercoledì 31 luglio.