Fermiamo quelli che vi vogliono negare il futuro.
FERMIAMO LO SCIPPO DEL TFR
DISINNESCHIAMO LA TRAPPOLA DEL SILENZIO ASSENSO
NO AL FONDO PENSIONE PERSEO SIRIO!
Il 16 settembre 2021 è stato siglato, tra ARAN e alcune organizzazioni sindacali, un accordo che introduce il meccanismo del silenzio assenso per l’adesione al fondo Perseo Sirio per gli assunti nella pubblica amministrazione a partire dal 1° gennaio 2019. Secondo questo accordo, le amministrazioni datrici di lavoro dovranno fornire ad ognuno di questi lavoratori un’apposita informativa relativa alla nuova modalità di adesione. I lavoratori interessati avranno 6 mesi di tempo dalla data dell’informativa per comunicare il proprio esplicito dissenso all’adesione. In mancanza, il loro TFR confluirà automaticamente ed irrevocabilmente nel fondo pensione privato Perseo Sirio. In Inps l’informativa è stata fornita il 9 novembre 2021, per cui ci sarà tempo fino all’8 maggio 2022 (messaggio Hermes 3866) per mettere in salvo il proprio TFR.
Diciamo subito che siamo assolutamente contrari ai fondi pensione complementari privati e ancora di più alla trappola del silenzio assenso, che mira a raccogliere surrettiziamente adesioni a fondi che finora si sono rivelati fallimentari, sfruttando il disinteresse e la disinformazione di alcuni lavoratori. Riteniamo che questo accordo, fortemente voluto da Cgil, Cisl e Uil e dai loro rappresentanti nei consigli di amministrazione dei fondi sia scandaloso e vada respinto nei fatti, non aderendo al fondo previdenziale negoziale privato, denunciando chiaramente il conflitto d’interesse di sindacati che hanno diretto interesse nei fondi pensione e sottoscrivono accordi che puntano a carpire la buona fede dei lavoratori attraverso la truffa del silenzio assenso.
A giudizio della USB, moltissime e di varia natura sono le ragioni per non aderire al fondo pensione complementare:
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Il fondo Perseo Sirio è a contribuzione definita ma a prestazione variabile: sai quanto versi, ma non sai quanto prendi! Non garantisce il capitale iniziale e men che meno la tenuta rispetto all’inflazione e alle crisi finanziarie che ciclicamente si ripresentano. La rivalutazione dipende esclusivamente dall’andamento finanziario. Il TFR ha una rivalutazione moderata ma costante nel tempo. È garantito dallo Stato e non risente dell’inflazione e dei crolli di borsa.
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Il fondo non è conveniente economicamente rispetto al TFR nella maggior parte dei casi, a prescindere da crisi o eventi finanziari avversi. Utilizzando il simulatore messo a disposizione dal fondo stesso, si vede come un lavoratore assunto attorno ai 30 anni che versi per i successivi 35, debba vivere almeno 20 anni dopo il pensionamento per riprendersi quanto versato e circa 26 anni per riprendersi il capitale rivalutato.
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I costi di gestione dei fondi, che durano per sempre, superano di gran lunga i vantaggi fiscali.
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L’adesione al fondo è irrevocabile, a parte casi eccezionali e con costi elevati.
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Gli aderenti ai fondi non hanno controllo e neppure conoscenza in merito ai settori e ai paesi in cui si investe: TRASPARENZA ZERO. L’aspetto etico non è secondario, data l’alta probabilità di speculazioni su altri lavoratori in stati poveri.
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La gestione di una quota rilevante di risorse, i TFR dei dipendenti pubblici, si sposta dalla Pubblica Amministrazione al mercato privato finanziario, con evidente ulteriore indebolimento dello stato sociale.
Il problema del futuro pensionistico dei giovani (e dei meno giovani) è reale e affonda le sue radici nello smantellamento del sistema pensionistico pubblico e solidaristico avviato negli anni 90 del secolo scorso: introduzione progressiva del sistema contributivo con conseguente abbassamento delle pensioni, decenni di politiche di precarizzazione del mercato del lavoro e di assenza di una politica industriale capace di rilanciare l’occupazione. Un modello che prefigura per molti una vita di lavoro povero e precario a cui farà seguito una vecchiaia misera e senza garanzie. Un modello da respingere e da ribaltare con le lotte dei lavoratori, per rivendicare un lavoro stabile e adeguatamente retribuito e un futuro pensionistico dignitoso.
Chiedi ai delegati CSE FLPL il modulo di dissenso da inviare all’amministrazione e la diffida per mettersi al riparo da eventuali errori.
USB P.I. Funzioni Locali CSE FLPL Roma 17-3-2022