In data 20 settembre 2022 la Holding del Gruppo FS e CGIL CISL UIL UGL FAST Or.S.A. si sono incontrate per dare seguito a quanto previsto dal CCNL aziendale in materia di Welfare.
L'azienda ha comunicato:
- che ha speso circa 8 milioni di euro per 40 mila dipendenti;
- che entro fine anno cambierà il nuovo fornitore delle prestazioni (per l'ennesima volta aggiungiamo noi);
- che le quote versate in Eurofer continuano ad aumentare;
- che entro Ottobre il massimale disponibile passerà da 50 a 400 euro dopo l'attuazione del decreto aiuti bis per il solo anno 2022.
Come USB Coordinamento Nazionale Ferrovie avremmo preferito che questi 8 milioni di euro, in media pari a 200 euro a dipendente, fossero stati inseriti come aumenti contrattuali nel Tabellare, e non come soldi da spendere per forza in determinati circuiti scelti dall'azienda.
Come USB Coordinamento Nazionale Ferrovie rigettiamo l'idea che esistano lavoratori di serie A e lavoratori di serie B, ma anche di serie C (visto che ci sono dipendenti di altre aziende che hanno assistenze sanitarie molto migliori della nostra, checchè ne dicano i sindacati complici) e continuiamo a rivendicare un Sistema Sanitario Universale efficiente e che non faccia differenze di categoria.
Come USB Coordinamento Nazionale Ferrovie continuiamo a rigettare l'idea dei Fondi Pensione (in ferrovia gestiti dagli stessi sindacati che firmano contratti a perdere) e rivendichiamo un sistema pensionistico retributivo e solidaristico.
Riteniamo il comunicato delle OO.SS. offensivo nei confronti dei ferrovieri, soprattutto laddove si compiacciono del fatto che “l'interesse per le misure di welfare sia in netta crescita” e che c'è “una sempre maggiore attenzione e scelta dei dipendenti al versamento di quote al Fondo Eurofer”, dimentichi del fatto che sono state loro stesse ad essere complici dello smantellamento del sistema pensionistico e del sistema sanitario.
Roma, 22.09.2022