Questa mattina l’Unione Sindacale di Base è davanti ai cancelli della Fiat di Pomigliano per un presidio di lotta a cui stanno partecipando delegazioni dalla Fiat di Mirafiori e di Cassino, dalla Sevel di Atessa e da altri stabilimenti del paese.
“L’offensiva scatenata contro i lavoratori di Pomigliano è un attacco alle condizioni ed ai diritti di tutti i lavoratori del Gruppo Fiat e, più in generale, di tutto il mondo del lavoro”, afferma Paolo Sabatini, USB Lavoro Privato. “Con questo inaccettabile accordo si vuole imporre a tutti i lavoratori italiani di lavorare senza più regole. Si è cominciato tre anni fa con Alitalia ed oggi siamo arrivati ad una fase cruciale”.
“Il prendere o lasciare della Fiat è un vero e proprio ricatto con cui si scarica sui lavoratori una responsabilità che è esclusivamente della Fiat, azienda - sottolinea Sabatini - che per decenni ha preso soldi pubblici, godendo di enormi vantaggi nonostante abbia spostato all’estero gran parte delle produzioni. La Fiat inoltre dimostra completa assonanza con l’impostazione del Governo - prosegue il rappresentante USB - tanto è vero che si parla insistentemente del famoso piano C, una ripetizione dell’accordo Alitalia; l’accusa stessa di ´fannullonismo`, rivolta ai lavoratori Fiat da Marchionne, appare una ripetizione di parole e metodi usati dal Ministro Sacconi e dal Ministro Brunetta”.
Conclude Sabatini: “Vi è quindi una complicità totale fra Governo e Confindustria contro cui ovviamente ci organizzeremo: contrasteremo questo accordo scellerato insieme ai compagni dello Slai Cobas, sia all’interno dello stabilimento che all’esterno, con iniziative e manifestazioni di piazza, scioperi nelle altre fabbriche d’Italia ed anche sul terreno giuridico, ritenendo che questo accordo violi la Costituzione, i Contratti nazionali e le leggi dello Stato”.
Aderente
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