Tanto tuonò che piovve ed i primi goccioloni fanno pensare all’inizio di una vera e propria tempesta sui dipendenti pubblici e conseguentemente sul ruolo essenziale dei servizi assicurati alla cittadinanza.
Il decreto n. 112/2008 definito dalla stampa la “manovra estiva” del governo Berlusconi all’art. 71 introduce pesanti e discriminanti cambiamenti di assenze per malattia e permesso retribuito dei dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni, vediamole in tutta la loro aberrante e delirante efficacia:
1) durante i primi 10 giorni di assenza per malattia i dipendenti pubblici continueranno a godere del trattamento economico fondamentale ma perdono le indennità e i trattamenti accessori fatto salvo le condizioni di miglior favore previsti dai contratti collettivi di lavoro, il ricovero in ospedale o le terapie salvavita.
2) Le assenze di più di dieci giorni o comunque la seconda assenza di malattia nel corso dell’anno le certificazioni non potranno più essere rilasciate dal medico di famiglia ma dovranno essere erogate da una struttura sanitaria pubblica (ospedale, pronto soccorso, ambulatorio pubblico, distretto asl etc.)
3) Viene esteso il controllo fiscale anche per le assenze di un solo giorno
4) Vengono estese le fasce di reperibilità portandole dalle ore 8 alle ore 13 e dalle ore 14 alle ore 20, festivi compresi.
Dopo aver predicato per anni l’equiparazione tra il trattamento privato e quello pubblico in gran parte raggiunto già dal 93 con la privatizzazione contrattuale del Pubblico Impiego adesso i dipendenti pubblici diventano cittadini di SERIE B ad essi vengono applicate norme largamente peggiorative di quelle previste per i dipendenti privati.
E tutto questo avviene nel silenzio connivente dell’opposizione politica e di quello ancora più stridente dei sindacati confederali.
Noi non vogliamo polemizzare per forza con la CGIL ma certo chi ha avuto l’accortezza di leggere il comunicato sindacale di questa organizzazione non può non aver notato come oltre a non spiegare correttamente e chiaramente tutti gli effetti di questo articolo del decreto 112 si limita a dire che loro “avrebbero fatto meglio” la lotta ai fannulloni.
Ma di quali fannulloni stiamo parlando, qui si prende a pretesto qualche migliaio di opportunisti per criminalizzare quattro milioni di dipendenti. L’intento è palese sferrare attraverso il lavoro pubblico un attacco al Welfare per aprire la strada ad ulteriori privatizzazioni e consulenze, vera fonte degli sprechi e dell’inefficienza della pubblica amministrazione.
Le norme introdotte dal governo Berlusconi, un esecutivo che si preoccupa come sempre di tutelare gli interessi personali del Premier, sono oltretutto assurde e di quasi impossibile esecuzione.
Cosa deve fare un dipendente pubblico che magari risulta malato per la seconda volta in un anno (e magari queste due malattie insieme non raggiungono neppure i famigerati dieci gironi) recarsi febbricitante o infortunato in un ospedale per farsi rilasciare la certificazione richiesta?
NON SIAMO FIGLI DI UN DIO MINORE E NON CI STIAMO A SUBIRE ATTACCHI STRUMENTALI CHE MIRANO SOLTANTO A STORNARE L’ATTENZIONE DAI VERI PROBLEMI DEL PAESE.
Un primo documento nazionale sul D.L.112/08 lo trovi cliccando qui