Dopo ripetute richieste, il 18 giugno abbiamo avuto un incontro con il Direttore Generale sulla costituzione del fondo trattamento accessorio 2018 IV-VIII livello, per esporgli in particolare i problemi causati dalla poche risorse aggiuntive per gli ex precari. La stabilizzazione dei colleghi precari ha difatti comportato il loro ingresso nel personale di ruolo e nel relativo fondo accessorio, per cui l’Istat ha calcolato anche le nuove risorse relative. Pur affermando di aver preso a riferimento la circolare 2/2018 di Funzione Pubblica le risorse aggiuntive sono, ancora una volta, stimate al ribasso: hanno basato il calcolo su quanto i colleghi a tempo determinato percepivano come salario accessorio quando erano precari.
Eppure la circolare è estremamente chiara e inequivocabile. Infatti prevede che per gli enti che hanno adottato disposizioni speciali di legge che autorizzano nuove assunzioni in deroga al regime assunzionale ordinario, purché corredate di risorse a copertura degli oneri del trattamento economico accessorio, l’incremento è calcolato sulla base del valore medio pro-capite del fondo del personale di ruolo utilizzando a tal fine i dati desumibili dalla rilevazione Conto Annuale. E’ proprio questo il caso dell’Istat, ma l’Amministrazione ha deliberatamente ignorato questa parte che, se applicata, determinerebbe un ammontare ben più elevato dal 2018 in avanti.
Abbiamo dunque spiegato, numeri alla mano, quale sia il danno che viene arrecato a tutta la platea IV-VIII. E abbiamo illustrato perché è giusto, corretto e legittimo prendere come riferimento il valore pro-capite del personale di ruolo nel medesimo profilo, e non solo per livello: stiamo parlando di un ammanco di 150 mila euro all'anno, come differenziale nella stima solo per livello e ben più alto se ci riferisce al profilo di appartenenza. Fa rabbia ma non desta alcuna sorpresa che questo ammanco non venga menzionato da alcuno dei sindacati trattanti, che nei loro comunicati parlano solo di un incremento fatto dall’Istat con criteri minimali o in maniera prudenziale!
Rispetto a questa modalità di esercizio dell'azione amministrativa, abbiamo anche posto il tema della illegalità diffusa, visto che va ben aldilà del solo fondo accessorio. Difatti non abbiamo mancato di mettere la discussione tecnica nella cornice politica più ampia, rispetto agli assetti interni della dirigenza Istat. Talmente adusa a questi comportamenti, forse anche per la consapevolezza di avere le spalle coperte in ogni caso, da arrivare a farsi beffa anche delle iniziative di più semplice e immediata applicazione per ovviare agli errori commessi: abbiamo consegnato al nuovo D.G. l’istanza per un atto di autotutela inviata dai nostri delegati lo scorso luglio (in allegato), per la correzione di un errore nella costituzione 2016, che si riverbera su tutti gli anni successivi. Errore macroscopico dal punto di vista giuridico, sebbene di entità irrisoria sul versante economico: malgrado il fatto di avere spedito l'istanza urbi et orbi, sia all'interno che ai controllori esterni, nessuno ha mosso un dito!
La richiesta da noi avanzata è semplice: procedere ad una revisione dell’atto di costituzione del fondo, senza trincerarsi dietro il problema dei vincitori delle progressioni di carriera; difatti le loro posizioni dovevano già essere state adeguate da mesi; e il fondo è capiente in abbondanza, dato che i residui sono già ora pari a più di 4 volte la spesa per le ultime progressioni ex art. 53.
Ci auguriamo che questo incontro sia l'apertura di un canale di interlocuzione che, nel pieno rispetto dei ruoli, delle funzioni e degli istituti contrattuali vigenti, si estenda anche agli altri temi su cui siamo in prima linea, con iniziative già avviate: dal fondo benefici assistenziali alla valorizzazione del personale I-III.
Senza limitarsi ad essi: anche rispetto a questioni come il conto terzi, le risorse aggiuntive per i fondi accessori I-III e IV-VIII e l'affitto di manodopera, solo per fare alcuni esempi, siamo in grado di dare un contributo fattivo per una loro risoluzione efficace per l’Istat e positivo per il personale, se l’amministrazione vuole effettivamente intraprendere questa strada, come dichiarato.
Non includiamo il riconoscimento per l’anzianità a tempo determinato nella lista precedente, nella speranza che già questo pomeriggio l’amministrazione Istat avanzi una proposta di accordo transattivo che riconosca la legittimità delle richieste di tutti i lavoratori interessati e risolva positivamente tutte le differenti casistiche. Ma non è il caso di rimanere in attesa passiva: invitiamo tutti i lavoratori interessati a partecipare all'assemblea indetta per questo pomeriggio dalla Rsu presso la sede centrale, per verificare in prima persona la rispondenza fra dichiarazioni e fatti concreti.
Usb Pubblico Impiego Istat