Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile
Capo Dipartimento
Prefetto Laura LEGA
Tramite:
Ufficio I - Gabinetto del Capo Dipartimento
Capo del Gabinetto del Capo Dipartimento
Viceprefetto Alessandro TORTORELLA
Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
Vice Capo Dipartimento Vicario
ing. Guido PARISI
Alla Direzione Centrale per la Formazione dei Vigili del Fuoco
ing. Gaetano VALLEFUOCO
Al responsabile dell'ufficio Garanzia dei Diritti Sindacali
Viceprefetto Renata CASTRUCCI
Oggetto: FORMAZIONE
In un mondo dove “tutti fanno tutto” e dicono di “saper fare tutto”, la formazione, quella di qualità, diviene cardine di molte cose, prima tra tutte: LA SICUREZZA. Sicurezza da intendersi nella sua più ampia accezione del termine. Eppure, per quanto la formazione possa sembrare (e talvolta è) un adempimento noioso, come la causa di sottrazione di risorse al business, ci si dimentica della sua funzione fondamentale che parte da concetti essenziali, seppur apparentemente ripetitivi: "sapere, saper fare e saper essere".
L'art. 73 del dlgs 81/08 stabilisce l'obbligo per il datore di lavoro di fornire un'informazione, una formazione e un addestramento ai lavoratori che siano adeguati alla tipologia di attrezzature di lavoro che utilizzano. Seppure delegabili, queste attività rappresentano un adempimento in capo al datore di lavoro. Quante volte abbia sentito dire "la formazione è il primo strumento di protezione individuale". Giusto, corretto, ma ad oggi estremamente disatteso. In un mondo in piena evoluzione è normale comprendere che anche gli interventi di soccorso cambiano. Oggi il Corpo Nazionale deve dare delle risposte che erano impensabili anni addietro!
Di contro anche la formazione degli allievi è profondamente cambiata. Si è abbassato di molto il livello di conoscenza manuale ed è aumentata la conoscenza tecnico scientifica; questo con i propri pregi e i conseguenziali difetti. Ed è per questo motivo che va riformulata la Snapsi dei vari corsi d'ingresso permettendo così al formatore VF di poter dare una formazione primaria adeguata e allo stesso tempo efficace.
Questo processo, come il conseguenziale riconoscimento normativo/economico/professionale proprio del formatore oggi è imprescindibile. proprio perché:
- un giusto riconoscimento economico motiva e compensa l'enorme forzo che oggi uin formatore VF affronta;
- un corretto riconoscimento normativo crea le condizioni di legittimità a poter fare;
- il riconoscimento professionale gratifica chi ha deciso di assolvere a questo ruolo fondamentale.
Riassumendo. Cosa serve dunque per una buona formazione di qualità?
- impegno formativo del Corpo Nazionale;
- impegno formativo dei docenti;
- impegno formativo dei discenti.
La formazione quindi costituisce senza dubbio la punta dell’iceberg per l’individuazione del problema, se non c’è coscienza e conoscenza non c’è neanche attenzione e previsione nei confronti di eventuali rischi e problemi che, se latenti, possono palesarsi nel momento sbagliato. Se è necessario per i soggetti formatori proporre un’attività formativa tarata non solo sulle esigenze del Corpo Nazionale, bensì completa di tutti quegli elementi volti a trasmettere al lavoratore una conoscenza esaustiva del problema, è altresì fondamentale la disponibilità e l’interesse dei soggetti formati, i quali, nel pieno dell’attività lavorativa, saranno i primi ad essere “messi alla prova” nel rispetto e nella compliance delle regole.
Per la formazione dei lavoratori bisogna regolamentare:
- Caratteristiche e requisiti dei docenti;
- Organizzazione della formazione;
- Metodologia di insegnamento/apprendimento;
- Articolazione del percorso formativo.
Per fare tutto questo bisogna cominciare ad ascoltare chi la formazione la fa sul campo. utilizzando il giusto strumento: "Osservatori permanenti"; che potrebbero dare il giusto imput anche ai tavoli tecnici della formazione. Oggi la formazione primaria deve essere sviscerata e analizzata per poter permettere di riformulare tutto il pacchetto formativo.
il Coordinamento Nazionale USB VVF