Alla c.a. di
• Antonio Di Pietro, Maurizio Zipponi e Alessandra Tibaldi — Italia dei Valori
• Paolo Ferrero e Roberta Fantozzi — Partito della Rifondazione Comunista
• Maurizio Landini e Gianni Rinaldini — FIOM
• Nichi Vendola — Sinistra Ecologia e Libertà
• Angelo Bonelli — Federazione Verdi
• Oliviero Diliberto e Manuela Palermi — Partito Dei Comunisti Italiani
• AL.B.A.
e p.c. al Comitato Referendario per i referendum sul lavoro.
Carissime, carissimi,
già con lettera al comitato referendario del giorno 8 ottobre vi abbiamo annunciato la nostra iniziativa relativa all’avvenuto al deposito di quattro quesiti contro la precarietà. Quindi, con lettera del successivo 10 ottobre vi abbiamo invitato al confronto pubblico che abbiamo organizzato alla Provincia di Roma il pomeriggio del successivo 12 ottobre, e con lettera dell’11 ottobre vi abbiamo annunciato la nostra adesione alla campagna referendaria sugli articoli 8 e 18, chiedendovi di allargare la campagna referendaria anche al diretto contrasto alla precarietà, facendovi con noi promotori della raccolta firme anche per i quesiti da noi depositati.
Le forze politiche che ci hanno risposto e che comunque sono intervenute all’incontro del 12 ottobre (IDV con Alessandra Tibaldi e PRC con Roberta Fantozzi nonché PDCI con Manuela Palermi la quale, impossibilitata a partecipare, ci ha inviato una comunicazione scritta di interesse), pur evidenziando problemi organizzativi in relazione al crescere dei moduli da far firmare, hanno espresso la propria netta condivisione sul fatto che un insieme di referendum che copra tutte le articolazioni dei guasti esistenti oggi nel mondo del lavoro renderebbe più forte ogni singolo quesito e sventerebbe sul nascere i tentativi —che ci saranno— di combattere la partecipazione con la falsa motivazione che questa mobilitazione interesserebbe poco i più giovani e i più sfruttati. Ma ci è stato suggerito come —riguardando la nostra proposta l’insieme delle forze referendarie— la sede più appropriata per valutare la nostra proposta sarebbe stata il comitato referendario, unico soggetto collegiale e partecipato da tutte le forze referendarie e pertanto unico luogo dove decidere congiuntamente l’eventuale allargamento della campagna.
E però, con lettera del 18 ottobre il Comitato, premesso come esso sia stato «costituito allo scopo di promuovere i referendum sull’art. 18 e sull’art. 8; può collaborare con altri soggetti e partecipare a iniziative unicamente a sostegno dei due quesiti», ci comunicava: «non potendo, per Statuto costitutivo, aderire o sostenere altre iniziative, pur importanti, che riguardano i diritti dei lavoratori e dei precari, abbiamo invitato le singole forze politiche ed associazioni, che fanno parte del Comitato, a prendere contatto con Voi al fine di discutere il loro impegno, o meno, ai quesiti referendari da voi proposti».
Ad oggi però nessuna ulteriore risposta ci è giunta, ed essendo oramai la campagna iniziata e mancando poco più di due mesi al suo termine ultimo, siamo a pregarvi di avere in tempi davvero brevi una risposta definitiva. Nella certezza che qualsiasi sarà il vostro finale intendimento condividete con noi l’urgenza di mettere limiti e ostacoli a quella trappola della precarietà che oggi viene persino usata per giustificare come “lotta ai privilegi” la libertà di licenziamento e la distruzione del contratto nazionale contro cui giustamente vi battete (e noi con voi), rimaniamo in attesa di un vostro urgente riscontro, inviandovi cordiali saluti.
Carlo Guglielmi, presidente del FORUM DIRITTI LAVORO
Cesare Antetomaso, Esecutivo nazionale dei GIURISTI DEMOCRATICI