L’Ufficio delle Dogane di Udine sembra sottoposto a un’invasione di extra terrestri. Solo in questo modo si potrebbero spiegare i recenti accadimenti che stanno portando sempre più scompiglio in una già traballante organizzazione.
Ricordiamo soltanto che tale Ufficio, costituito nel 2006 con l’unione dell’U.T.F. e della Circoscrizione doganale di Udine, a distanza di quasi 10 anni è ancora dislocato su diverse sedi, per mancanza … di posti a sedere.
Nel frattempo, tre direttori interregionali e almeno quattro direttori locali (alcuni di questi ad interim) si sono susseguiti prodigandosi nell’assicurare continuamente una “altissima attenzione” sul problema, che determina gravi disfunzioni a livello operativo. A questo punto, ci chiediamo quale quota stellare abbia raggiunto ad oggi l’attenzione dei preposti.
Intanto, mentre il numero degli impiegati diminuisce a vista d’occhio per i pensionamenti, l’età media assume livelli di guardia preoccupanti, simili a quelli riscontrabili negli istituti geriatrici. E’ anche per questo motivo che abbiamo più volte chiesto, finora invano, una maggior attenzione in termini di prevenzione sulla sicurezza dei lavoratori, anche aumentando il numero di addetti al primo soccorso e antincendio e dotando l’Ufficio di defibrillatori semiautomatici. Ad oggi, non ci resta che prendere atto del fatto che la cultura della sicurezza sfiora appena i limiti della decenza.
Nel frattempo, tale Ufficio si è comunque prodigato nella soluzione anche di problematiche “assai rilevanti”, quali la regolamentazione dell’istituto della banca ore che, invece di essere incentivato così come previsto dal CCNL, appare un pochino osteggiato anche da chi dovrebbe rappresentare le legittime aspettative del personale. Comprendiamo comunque l’imbarazzo (o forse no) di chi, pur in possesso di mandato sindacale a vario titolo, riveste anche ruoli rilevanti nell’Amministrazione, che appaiono molto spesso, per usare un termine attualmente di moda, confliggere negli interessi.
Nel frattempo l’Amministrazione raschia del fondo del barile scovando “anomalie” procedurali nell’effettuazione dei turni presso le SOT e fantasiosi riallineamenti ai termini contrattuali. Ci chiediamo se, per la moltitudine di anni pregressi, verrà chiesto al Personale, o ancor meglio ai Direttori che hanno consentito le anomalie citate, di restituire le eventuali somme erroneamente percepite/devolute a vario titolo (buoni pasto e/o indennità di turno).
Non giovano al contesto le recentissime rotazioni di incarichi nel personale, effettuate (e forse non ancora ultimate) presso l’Ufficio delle Dogane di Udine. Peccato che in troppi casi, tali nuovi incarichi non siano supportati da una benché minima formazione preventiva.
Di contro, così come denunciato con le acute osservazioni di alcuni componenti di RSU e delegati sindacali, che hanno finalmente scoperto un problema da noi evidenziato da anni, si rileva che alcuni funzionari sono stati recentemente destinati a un corso di formazione di base sulle accise, con relativo successivo periodo di tirocinio (cd “training on the job”), sebbene già in possesso di una preparazione di livello avanzato nelle materie ivi trattate e di una adeguata formazione professionale data anche da una specifica esperienza pluridecennale nella materia.
Che dire; un singolare modo di attuare la legge sull’anti corruzione, anche considerato che, com’è noto, i pluriennali incarichi dirigenziali di reggenza di tipo fiduciale continuano a vedere sempre gli stessi protagonisti; e questo ancora per chissà quanto tempo, visti gli sviluppi del recente concorso per dirigenti, che appare aver subito qualche “piccolo” (per usare un eufemismo) intoppo.
Infine, nel marasma generale, emerge che le RSU dell’Ufficio delle Dogane di Udine, guidate da non ben definiti intenti, sono persino riuscite a “licenziare” il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza, non mancando di inviargli una preoccupante lettera di diffida. Peccato che, malgrado i diversi solleciti, anche del soggetto in questione, non si sia ritenuto utile sentire i Lavoratori in assemblea in merito alla delicatissima questione, cogliendo magari l’occasione anche per discutere dell’inquietante situazione in cui versa l’Ufficio.
Prepariamoci alla ciliegina finale, in una torta dal gusto amaro.