In questi giorni i dirigenti a livello inferiore rispetto ai Prefetti e ai Questori, pur non avendo mai assegnato obiettivi predeterminati al personale, pur non avendo mai fatto verifiche entro il primo semestre, pur non avendo assicurato una partecipazione e condivisione tra il valutatore (dirigente) e il valutato (collaboratore), a proprio piacere e discrezionalità e in contrasto con il CCNL Ministeri e CCNI Ministero Interno
Assegnano le schede di valutazione con giudizi differenziati, sulla base di criteri di misurazione (1,30-1,00 e 0) che sono “nulli” perché mai NOTIFICATI al personale
Il CCNL Ministeri e poi il CCNI Ministero Interno, in merito alla valutazione dell’apporto individuale (art.22) e (art. 9) definiscono che i criteri per la valutazione devono rispettare i seguenti principi: -individuazione preventiva degli obiettivi-verifiche periodiche-verifica finale-oggettività delle metodologie, trasparenza e pubblicità dei risultati dei criteri usati-partecipazione dei valutati al procedimento-contraddittorio in caso di valutazione non positiva (già nel primo semestre di riferimento con l’assistenza di un rappresentante sindacale) e, soprattutto, afferma che i criteri di valutazione sono comunicati e notificati (CCNI) ai dipendenti prima dell’inizio dei relativi periodi di riferimento: in questo caso, anno 2013. I prefetti e i questori (dirigenti superiori quali valutatori di seconda istanza), intanto, sono convinti che i loro dirigenti hanno raggiunto gli obiettivi agli stessi assegnati e che sono puntuali e coerenti con le norme. (sic!) MA QUANDO MAI?? Una situazione di tipo kafkiano perché i dirigenti inferiori, in merito a obiettivi, pianificazione del lavoro, miglioramento uffici e servizi, disagi e interventi sulla sicurezza, formazione ecc. ne sanno poco o nulla. Il loro unico obiettivo è un altro: i lauti compensi accessori per aver raggiunto gli obiettivi (quali?) con retribuzione da risultato di € 7.751 – 6.463 – 5.220 (dati aggiornati al 10 settembre 2012) senza contare quelle da retribuzione da posizione (in media da € 30.000).
Il malcontento rispetto alle schede di valutazione è dilagante, e i lavoratori (tanti!!) hanno espresso una posizione chiarissima a questa O.S., prima contro la discrezionalità dell’attribuzione del giudizio e poi verso il ridotto salario (produttività). I lavoratori stanno vivendo un clima di profonda disaffezione e di allontanamento dall’amministrazione, e sono contrari a queste formule “atipiche” del giudizio, dove viene affidato al dirigente il “potere” di scegliere a chi attribuire il pienamente adeguato ed a chi no. Tu sei pienamente adeguato, tu no sei adeguatamente/ordinario, tu non sei adeguato. Quello che deve essere chiaro a tutti i lavoratori è che la valutazione (peggiore della famosa brunetta in questo Ministero) non è piovuta dal cielo, ma è frutto di scelte ben precise, che si sono concretizzate il 28 ottobre 2014 con la firma dell’accordo FUA da parte della CGIL, CISL e UIL con l’Amministrazione Centrale. USB a questo non ci sta!! USB Interno e i lavoratori non accettano una valutazione completamente arbitraria, disomogenea, scriteriata e strutturata su regole fatte di favori e simpatie, che non hanno nulla di miglioramento dei servizi dell’utenza interna ed esterna. Una valutazione non oggettiva e senza regole, che tra l’altro potrà avere ripercussioni in futuro. Tutti i sindacati, anche quelli i cui coordinamenti nazionali non hanno firmato l’accordo Fua, sordi ad ogni esigenza dei lavoratori e alle divisioni che si determinano tra il personale, FIRMANO TUTTO! Non solo, fermi a quella “dichiarazione congiunta” che hanno firmato tutte le OO.SS. il 26 ottobre 2009, decidono da arroganti e in “combine” con le amministrazioni periferiche di firmare non solo l’accordo sul premio di produttività e la riduzione del salario, ma anche il fondo di sede, con l’ormai annosa convinzione del criterio discriminante e penalizzante per tutti, della presenza/assenza. E’ noto a questa O.S. (intervenuta a suo tempo sul caso!!) che già in occasione del FUA 2012, nella Questura di Roma tutte le assenze sono state decurtate (Legge 104, Malattia, Sciopero ecc.), come anche in tante Prefetture, Questure e Uffici di PS. Ma la USB Interno, sin dal 2011, con una nota a verbale datata 27 gennaio, consegnata durante un tavolo negoziale sul FUA alla Questura di Bari, contestava il metodo presenza/assenza, riferendo che l’orientamento più lecito da seguire fosse quello indicato dalla delibera CIVIT n. 114/2010. Oggi, infatti, l’azione sindacale di questa O.S., ha dato i suoi effetti e in data 10 ottobre 2014 la Funzione Pubblica, in una risposta di chiarimenti al Ministero Interno, ha confermato quanto sosteneva la USB, precisando che “ai sensi della normativa vigente ed alla luce della giurisprudenza della Corte dei Conti in sede di scrutinio del danno erariale, si rinvia alla delibera CIVIT n. 114 del 2010”. Una delibera che nel riquadro relativo alle Criticità rilevate, definisce che “Vi è un utilizzo diffuso da parte dei ministeri, ma non degli enti, del coefficiente di presenza per la valutazione del punteggio sintetico individuale del personale. Si evidenzia che il criterio delle giornate di presenza (o coefficiente di presenza) non può rappresentare, pur costituendone un prerequisito essenziale, l’unico criterio di valutazione della performance individuale del personale non dirigente, ma dovrebbe essere affiancato da altri criteri di tipo quantitativo e qualitativo (raggiungimento di specifici obiettivi di gruppo o individuali, qualità del contributo assicurato alla performance dell’unità organizzativa di appartenenza, competenze dimostrate, comportamenti professionali e organizzativi – articolo 9, comma 2, lett. a e b, del D.Lgs n. 150/2009)”.
Ora chiediamo all’Amministrazione l’annullamento di quella dichiarazione congiunta!!
Dobbiamo costruire l’unità che serve davvero ed è quella dei lavoratori, accomunati da uguali interessi, e rispedire al mittente la “valutazione” fatta in questo modo, voluta dall’unità cortigiana di sindacati che hanno ormai esaurito qualunque ruolo. La USB Interno non firma e si impegna con tutti i lavoratori per il ricorso di tutto il personale che intende essere tutelato, tenendo conto del fatto che a norma dell’art. 40 del dlgs 165/2001, tutti gli accordi firmati in sede decentrata sono nulli se in contrasto con i limiti stabiliti dai contatti nazionali.
Cambiamo musica, è il momento giusto!!
Roma, 24 novembre 2014
USB P.I. Coordinamento Nazionale Ministero Interno