Da Lunedì 15 i dipendenti comunali – e quelli di Corso Torino in prima fila – sono finalmente identificabili dal pubblico.
Diciamo subito che la possibilità del cittadino di risalire all’identità dell’impiegato “che lo ha servito” è un diritto e, come tale, non può essere sacrificato.
Ma ci chiediamo: è mai possibile che il soddisfacimento di tale sacrosanta esigenza debba essere realizzato in modo così rozzo e incurante della tutela anche del dipendente pubblico?
Che si dia la possibilità a chiunque di conoscere cognome e nome – e quindi anche l’indirizzo – di chi lavora allo sportello (pardon! al front office), esponendolo così a possibili comportamenti illeciti o semplicemente molesti?
Per questo riteniamo che, finché non saranno disponibili tesserini ad hoc, che riportino solo un numero di matricola (possibilmente non quella consueta che, comunicata al call-desk malattia del Comune, che è un numero pubblico, permette di ottenere subito cognome e nome del titolare) i lavoratori possono rifiutarsi di esporre il badge che si usa per timbrare (è questo il geniale escamotage che è stato finora adottato...).
Contribuisce poi a dare un tocco di improvvisazione dilettantesca all’intera vicenda la lunghezza della “tracolla” da utilizzare, che il potente apparato organizzativo del Comune ha immediatamente fornito ai lavoratori, e che posiziona il cartellino di riconoscimento in zona ombelico-genitale, col risultato di farlo sparire alla vista dei cittadini o di costringerli “a guardare proprio lì” per leggere il nome dell’impiegato.
Che sia un sofisticato espediente dei nostri amministratori per fare i primi della classe col Ministro Brunetta e salvaguardare al contempo la nostra privacy?
Mentre ci scervellavamo per sciogliere l’enigma, ci è venuto in mente un altro episodio: la tinteggiatura del corridoio dell’ufficio elettorale.
Con un’astuzia che mozza il respiro, si è provveduto a scegliere come periodo di esecuzione dei lavori quello di presentazione delle liste elettorali, cioè il momento di massimo afflusso di pubblico!
A questo punto non vi sono più dubbi: è stata certamente costituita una nuova “struttura di staff”, la cui esistenza si è voluto tenere riservata per l’innata modestia che contraddistingue i nostri Dirigenti, con il compito evidente di coordinare tutte le “furbate” in un unico organico progetto.
Siamo certi che tale struttura saprà darci in futuro altre soddisfazioni e allietare lo svolgimento del nostro lavoro quotidiano....
Genova, 19 febbraio 2010