Il 28 e il 30 settembre i lavoratori dei Demografici si sono riuniti in assemblea per esprimersi sulla riorganizzazione del Servizio.
Sia i lavoratori di Corso Torino che quelli dei Municipi hanno respinto la proposta della C.A. anche se i numerosi punti oscuri del progetto hanno indotto molti ad astenersi, la maggioranza ha mostrato di avere ben compreso il carattere peggiorativo della riorganizzazione e si è espressa con un netto NO.
Le affermazioni che la C.A. ha rilasciato recentemente alla Stampa chiariscono bene i suoi intendimenti: nonostante le lamentele sui tagli alle risorse finanziarie operate dal governo, la Giunta non è da meno del ministro Brunetta e, con minori risorse, pretende non solo di mantenere inalterato il servizio, ma addirittura di ampliarlo.
Inutile dire che tutto ciò graverà esclusivamente sui lavoratori che, per mantenere i nuovi standard, saranno costretti a sottostare a maggiori carichi di lavoro, ad aumentare mobilità e flessibilità e a far slittare la pausa pranzo in Corso Torino, impegnandosi per di più a tappare tutte le falle che la nuova organizzazione del lavoro inevitabilmente produrrà.
Inoltre, come abbiamo già detto, la riorganizzazione è stata inclusa negli obiettivi del PDO, il cui eventuale mancato raggiungimento si ripercuoterà negativamente sull’importo della produttività, per altro già soggetta ai tagli del Fondo per la Contrattazione Decentrata.
Se a questo sommiamo il blocco dei rinnovi contrattuali sino al 2013, il quadro risulta assai fosco.
Non dimentichiamo infine che la C.A. ha già dichiarato che intende mantenere i nuovi orari per tutto il 2011 mentre, per lo stesso anno, non ha offerto alcuna garanzia sull’importo dell’incentivo.
Sulla Stampa, la C.A. ha definito la riorganizzazione un accordo firmato dai sindacati e lo stesso ha affermato la Cisl in un volantino; in realtà si tratta del frutto di una volontà unilaterale che la C.A. ha semplicemente illustrato alle OO.SS. senza concedere loro alcuna possibilità per respingerla e/o controbatterla.
NOI INVECE PENSIAMO CHE L’ULTIMA PAROLA SPETTI AI LAVORATORI
e poiché essi si sono chiaramente espressi contro la riorganizzazione, riteniamo assolutamente necessario che non concedano la propria disponibilità a fare da “tappa buchi” per tutti i problemi che inevitabilmente si determineranno, nella consapevolezza che questa riorganizzazione potrà stare in piedi solo se i lavoratori accetteranno passivamente tutte le richieste dei dirigenti, anche quelle che non hanno diritto di richiedere.
Ad esempio: se si ammala chi deve coprire il sabato, nessun collega è obbligato a sostituirlo, prestazione per la quale non è prevista alcuna forma di reperibilità, né il pagamento delle eventuali ore in straordinario, ma soltanto la messa a recupero delle ore eccedenti le 36 settimanali.