La proposta della II Commissione Consiliare di ricorrere a convenzioni con i privati per sopperire alle carenze di posti nei nidi e nelle scuole d'infanzia comunali, al di là delle dichiarazioni d'intenti della premessa, deve essere letta per quello che è in realtà, perché le scelte dell'A.C. rispetto ai Servizi Educativi Comunali sono note ed evidenti da tempo.
Troppi sono stati i tagli nelle voci di bilancio che riguardano i nidi, le scuole dell'infanzia ed i centri educativi, ma anche i laboratori artistici ed ambientali e tutti quei progetti che costituiscono il sistema formativo per le bambine, i bambini, le ragazze ed i ragazzi della città.
Niente soldi per le grandi e piccole manutenzioni, per il materiale ludico e didattico e per la formazione e l'aggiornamento, riduzioni dei progetti e dei laboratori, drastiche restrizioni per le sostituzioni del personale educativo ed insegnante.
L'inversione di tendenza è palese: quattro anni fa, fu operata una riorganizzazione (a costi zero, visto che l'organico rimase invariato) che incrementava i posti disponibili nei nidi d'infanzia del 6%, ora si parla di riduzione del numero di posti in alcune sezioni di nido, della mancata attivazione della sezione ponte e della restrizione dell'orario di funzionamento di intere sezioni di scuola dell'infanzia, anche perché il personale che andrà in pensione nel corso del 2015 non verrà sostituito.
Come si conciliano i tagli delle risorse economiche destinate ai servizi educativi, con la stipula di convenzioni con i privati, che costituiscono inevitabilmente voci di uscita nel bilancio?
Non è questa la maniera di razionalizzare la spesa, al contrario, si regalano risorse pubbliche ai privati, si indeboliscono deliberatamente i servizi pubblici per favorirne la privatizzazione.