Sono migliaia i lavoratori della Giustizia scesi in piazza in tutta Italia nelle tante manifestazioni che si sono svolte davanti alle Corti d’Appello in occasione dell’odierno sciopero nazionale che, in base alle prime stime, ha registrato un’adesione media del 75% bloccando l’attività dei tribunali e degli uffici giudiziari.
L’agitazione, proclamata dalla RdB Pubblico Impiego insieme a Cgil FPCGIL, UILPA e FLP, è stata indetta per rivendicare condizioni di lavoro accettabili, nuove assunzioni, riqualificazione economica e professionale, e per protestare contro l’ipotesi di accordo sul contratto integrativo, firmata dalla minoranza delle organizzazioni sindacali.
“La grande partecipazione allo sciopero di oggi dimostra che i lavoratori giudiziari non sono più disposti a continuare ad operare in condizioni insostenibili e chiedono a gran voce di proseguire nella lotta”, dichiara Pina Todisco, della direzione Nazionale RdB Pubblico Impiego.
Sottolinea Todisco: “Oggi sono scese in piazza con RdB anche organizzazioni sindacali che per anni hanno praticato la concertazione, a dimostrazione che la strada da percorrere è quella del conflitto. La nostra lotta andrà avanti fino a che l’Amministrazione non si accorgerà che questo personale, altamente professionale e qualificato, non deve essere trattato come un popolo di invisibili e non ci possono essere riforme che non passino attraverso una riqualificazione di tutti i lavoratori della Giustizia”.
“La giornata di oggi – prosegue Todisco – dimostra inoltre che i lavoratori rispediscono al mittente un contratto integrativo che rappresenta solo un ritorno al passato e che contraddice la necessità di un’amministrazione moderna, in grado di fornire un servizio di qualità ai cittadini. Per questo la battaglia proseguirà in tutti i posti di lavoro, con tutte le iniziative necessarie”, conclude la dirigente RdB P.I.
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