E' in arrivo un nuovo e pesante taglio di uffici, questo è quanto emerge dalle dichiarazioni del Ministro Orlando, dalla bozza approvata dal gruppo insediatosi al Ministero e dalla proposta di riforma del processo civile approvata dalla commissione giustizia della Camera dei Deputati.
Da decenni si sciorinano numeri e statistiche, si parla di risparmi di spesa, di efficientismo e della necessità di recuperare percentuali di PIL; peccato che tutte le riforme messe in atto non hanno portato benefici di sorta, anzi l'arretrato civile e penale resta impressionante.
E ancora si decide di chiudere Tribunali e Procure per i Minorenni e di introdurre sezioni specializzate per la persona, la famiglia e i minori presso i Tribunali e le Procure Ordinarie capoluoghi di distretto.
E non è ancora finita alla prima ruspa che ha spazzato di colpo circa 900 uffici giudiziari, sta per seguire una nuova mannaia:
- riduzione e accorpamento delle Corti di Appello e delle Procure Generali;
- ulteriore riduzione dei Tribunali e Procure Ordinari attraverso la ridefinizione degli assetti territoriali attribuendo porzioni di territorio a circondari limitrofi.
Se a tutto ciò si aggiunge la riforma del processo civile in via di approvazione alla Camera che comprimerà ulteriormente i diritti del cittadino comune a favore di imprese e banche il quadro è chiaro: si sta portando a compimento lo smantellamento della Giustizia già duramente provata da precedenti riforme che hanno portato alla privatizzazione di servizi, quali l'informatizzazione, il recupero crediti appaltato a Equitalia, e della Giustizia Civile attraverso l’introduzione di istituti, rendendoli obbligatori per molte materie ed a spese dei cittadini, quali la mediazione, la negoziazione assistita e l'arbitrato.
Chiusure, soppressioni, riforme che comporteranno reazioni a catena sui territori con risvolti negativi, sia sul piano dell'arretramento dello Stato che per le perdite economiche.
Tutto questo contribuisce ad allontanare il cittadino dalle istituzioni.
Chiaramente sul mondo del lavoro questi provvedimenti avranno gravissime ripercussioni: ci saranno nuove deportazioni di massa, aumento dei carichi di lavoro con le conseguenze nefaste già viste con la precedente riforma della geografia giudiziaria.
Purtroppo quanto sopra era ”tutto” già scritto nelle pagine della lettera della BCE del 2011.
E il ministro Orlando, in perfetta continuità con i suoi predecessori, sta completando l'opera di demolizione.
La giustizia, però, ha bisogno di investimenti sul personale, sulle strutture e non di tagli e riforme a costo zero. Piuttosto si faccia una seria lotta agli sprechi e ai privilegi anziché battere cassa sui soliti noti.
Noi però diciamo basta: lavoratori e cittadini sono stufi di essere sacrificati in nome del dio denaro e dei diktat della Troika.
La USB P.I. - Giustizia dichiara sin da ora lo stato di agitazione del personale giudiziario, anche in relazione alle promesse non mantenute sulla progressione di carriera, e chiama i lavoratori a lottare
contro
• la soppressione degli uffici giudiziari;
• la deportazione da una sede all’altra;
• i tagli e le riforme a costo zero;
• la privatizzazione del servizio;
• la svendita della professionalità;
per
• il diritto alla carriera;
• il rinnovo del contratto;
• il diritto a mantenere la sede di servizio;
• avere mezzi idonei e strutture messe in sicurezza;
• un ricambio generazionale assumendo giovani;
• carichi di lavoro sopportabili.
Nelle prossime settimane si terranno assemblee su tutti i luoghi di lavoro Partecipa, Proponi e Costruisci insieme alla USB una giornata di mobilitazione e di lotta affinché arrivi un messaggio forte e chiaro a chi sta contribuendo allo smantellamento della Giustizia, a svendere la professionalità e la dignità dei lavoratori.