La USB Pubblico Impiego ha proclamato lo stato di agitazione del personale della Cassazione, che manifesterà giovedì 20 ottobre a Roma, davanti alla Suprema Corte, in un’assemblea sit-in dalle 10.00 alle 13.00.
All’origine della vertenza le difficili condizioni di lavoro del personale della Corte di Cassazione, a cui si aggiunge il mancato stanziamento di risorse per retribuire il lavoro straordinario relativo alla validazione delle firme per il referendum sulla legge elettorale. Addirittura, nulla ancora è stato corrisposto ai lavoratori per le attività svolte lo scorso anno, in occasione della validazione delle firme per i 4 referendum su acqua, privatizzazioni e nucleare.
Il forte disagio dei dipendenti della Corte è emerso con forza nel corso di recenti e partecipatissime assemblee, in cui i lavoratori hanno consapevolmente espresso la loro opposizione al depotenziamento della Pubblica Amministrazione, con tagli alle risorse, al personale, agli stipendi ed ai servizi, come esplicitamente indicato nella lettera congiunta Draghi-Trichet.
Un depotenziamento che, secondo USB P.I., ha effetti nefasti anche sulla vita democratica del Paese, di cui vengono messi a rischio importanti procedimenti ed istituti. Nello specifico caso della Cassazione, il mancato stanziamento di risorse va ad abbattersi sulla consultazione referendaria, di cui è ancora in bilico la validazione delle firme nei tempi prescritti.
Mai come in questo momento la lotta dei dipendenti pubblici coincide e si sovrappone con la difesa delle garanzie costituzionali e dei diritti di tutti i cittadini. La USB Pubblico Impiego, su mandato dei lavoratori della Cassazione, proclama inoltre lo sciopero degli straordinari per tutto il personale per il mese di novembre.
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