Mentre un governo immobile costringe gli stessi lavoratori a spingere sulla presentazione di un loro progetto industriale per la fabbrica, il liquidatore di QF, la scatola vuota di Borgomeo, continua nella sua opera di mistificazione della vertenza, provocando la rabbia e l’indignazione di lavoratori che da 6 mesi attendono di percepire lo stipendio.
In queste ore infatti, a tutti i lavoratori è stata inviata una comunicazione in cui c’è da un lato un ridicolo tentativo di spiegare come mai la QF ha incassato i soldi della cassa integrazione retroattiva, senza erogare però un euro di stipendi.
Ridicola anche la spiegazione sulla mancata consegna dei CU, che ricordiamo essere un diritto dei lavoratori, nonché una pesante violazione di legge.
Dall’altro lato questa comunicazione continua a voler mistificare le caratteristiche del presidio dei lavoratori, parlando a sproposito di occupazione da parte dei lavoratori, di impossibilità di accedere per non meglio identificati investitori (ma quali? chi? mostrateceli!) che sembrano fuggire davanti a due bandiere e qualche striscione scolorito appesi alle ringhiere che delimitano la fabbrica. Su, non scherziamo.
La verità è che in un anno Borgomeo ai tavoli di trattativa a cui abbiamo partecipato non è stato in grado di presentare un briciolo di piano industriale, nessun investitore. L’unica proposta avanzata era quella in cui lo Stato doveva garantire ad un certo punto il sostegno economico di un’operazione che si è dimostrata vuota.
Il liquidatore conclude la sua lettera con le minacce: vuole staccare la corrente alla fabbrica, togliere l’acqua, limitare le iniziative sindacali che vengono svolte per garantire l’attenzione su questa vertenza, che è viva e continua a vivere solo grazie alla forza di queste iniziative.
Pertanto la nostra organizzazione DIFFIDA FORMALMENTE il liquidatore di QF dal compiere qualsiasi tipo di iniziativa unilaterale, volta a limitare il diritto di iniziativa sindacale delle lavoratrici e dei lavoratori.
Ci avvarremo di tutte le sedi per far valere i diritti sindacali, in un’azienda in cui ricordiamo che i diritti sindacali non ci sono più e non di certo per colpa dei lavoratori.
p. Esecutivo nazionale confederale USB Lavoro Privato – Settore Industria
Sasha Colautti