riceviamo dal Comitato Genitori e Lavoratori della Scuola Roma Nord:
La Scuola Elementare Pavese da domani rimarrà chiusa.
E' una disposizione dei Vigili del Fuoco che hanno rilevato un'inadeguata pressione dell'acqua nell'impianto antincendio, oltre ad altre irregolarità nell'impianto elettrico.
I vigili del fuoco, intervenuti ancora a maggio scorso su richiesta di alcuni genitori che avevano denunciato pericolose infiltrazioni d'acqua piovana nei soffitti della scuola, avevano già allora verbalizzato la non adeguatezza alle norme di sicurezza dell'istituto scolastico. Ma il comune, responsabile delle pompe antincendio e il municipio, che deve provvedere alla manutenzione delle scuole, hanno pensato bene di lasciar correre.
Così ora non avendo adempiuto alla messa in sicurezza degli impianti, i vigili di scuola hanno imposto alla dirigente scolastica l'immediata chiusura dell'edificio.
Finalmente sono stati visti gli operai del comune cercare di rimediare in poche ore a quanto si poteva fare con calma nel periodo estivo.
Però ci si chiede: ma quante scuole a Roma sono nella situazione della Pavese, o magari peggio?
Quanta parte dei fondi tanto decantati dal sindaco Alemanno per Roma Capitale saranno destinati a ristrutturare gli edifici scolastici fatiscenti?
Quanti a mettere a norma quegli edifici che non lo sono, e che magari per adesso hanno bisogno solo di piccoli inteventi, prima che in futuro la spesa sia maggiore?
Per non parlare dei sussidi scolastici, banchi,sedie e armadi, per lo più gli stessi da 40 anni nelle scuole romane(ma come mai in tutte le scuole dell'Emilia Romagna la mobilia non ha più di 10 anni?)
Ancora una volta i cittadini, questa volta i genitori della Pavese,pagano i danni di una cattiva amministrazione.
E bisogna evitare il peggio chiudendo una scuola!
21 Ottobre 2010
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riceviamo dal Collegio docenti “G. B. Piranesi”:
L’istruzione è la migliore risorsa di tutti! Difendiamola!
L’apertura del nuovo anno scolastico avviene in una situazione di totale incertezza, il cui dato incontestabile è quello di tagli pesantissimi ed un impoverimento della qualità dell’offerta formativa.
Il disegno di legge Gelmini è sempre più al centro di un processo di smantellamento della centralità del ruolo pubblico con la chiara intenzione del Governo di favorire un esteso processo di privatizzazione dei saperi.
Si vuole tornare indietro nel tempo non garantendo più a tutti l’accesso all’apprendimento come sancito dalla nostra Costituzione.
Vi è anche il tentativo di restringere gli spazi di democrazia, per affermare logiche autoritarie, centralistiche e burocratiche che mirano a cancellare la libertà d’insegnamento e di ricerca, la laicità e l’autonomia delle scuole, delle università e degli enti di ricerca pubblici.
Il blocco del rinnovo del contratto e della carriera per tre anni, la legge Brunetta, il congelamento degli scatti di anzianità nella scuola, con l’intenzione di cancellarli definitivamente, fanno parte integrante dello stesso disegno teso ad eliminare ogni dissenso rispetto alla devastazione sociale che s’intende affermare nel nostro Paese.
Nei settori della conoscenza stiamo vivendo una vera e propria emergenza occupazionale a causa delle politiche attuate, che hanno portato al licenziamento di decine di migliaia di lavoratori ed hanno provocato un ulteriore processo di precarizzazione.
La scuola pubblica italiana si trova ad operare in una situazione di estrema difficoltà ed incertezza a causa dei tagli al personale ed alle risorse finanziarie. L'asfissia finanziaria ha pesanti ricadute sulla quantità e sulla qualità dell’offerta formativa, già penalizzata dalle riorganizzazioni dovute alla revisione degli ordinamenti e sul lavoro di tutti gli operatori della scuola.
Ciò è il segno tangibile del tentativo di “aziendalizzare” l’istruzione e dell'abbandono e dell’immiserimento della scuola pubblica, che ne rendono difficoltosa, quando non impossibile, l'operatività e creano un forte disagio ed un senso di frustrazione nell'utenza e negli operatori, i quali vengono chiamati viepiù a far fronte a tutte le carenze del sistema, ricevendo stipendi sempre più miserabili e trattamento sempre più offensivo e mortificante della propria dignità professionale.
Considerato:
* che la legge 133 e le conseguenti dissennate riforme producono tagli indiscriminati sugli organici delle scuole senza tener conto dei reali bisogni degli studenti e delle famiglie ;
* che l’inadeguato numero degli insegnanti di sostegno nominati penalizza i soggetti più deboli;
* che questo Governo sceglie di tagliare sull’istruzione per aggiustare i conti dello Stato;
* che l’elevato numero di alunni per classe influisce negativamente sulla qualità della didattica e viola palesemente le norme di sicurezza;
* che la riduzione dei collaboratori scolastici penalizza l’assistenza agli alunni e compromette la sicurezza;
* che la programmata eliminazione delle RSU cancella ulteriormente gli spazi di gestione e di democrazia diretta dei lavoratori;
* che la drastica riduzione di posti di lavoro, classi, materie ed orari e lo stravolgimento di ogni criterio didattico negli istituti (con migliaia di classi che ogni giorno restano senza docenti perché non vengono chiamati i supplenti, con aule sovraffollate oltre ogni limite di sicurezza, con gruppi di studenti che vengono “accorpati” ad altre classi in mancanza del docente, con tanti alunni/e diversamente abili ai quali vengono drasticamente ridotte le ore di sostegno, con la tassazione sempre crescente delle famiglie per garantire agli istituti il minimo indispensabile per il funzionamento quotidiano) rendono assai difficile qualsiasi serio lavoro didattico;
I docenti della S.S. I G. S. “G.B.Piranesi” di Roma intendono reagire a questo stato di cose, ben consapevoli che il rilancio della scuola pubblica e della sua funzione educativa e culturale stia prima di tutto nelle mani dei cittadini - lavoratori, genitori, studenti, docenti,personale della scuola e, quindi, ribadendo con forza la necessità:
* di più adeguati investimenti di risorse umane e finanziarie per dare supporti organizzativi e professionali alle scuole;
* della difesa del contratto nazionale e del diritto alla contrattazione decentrata;
* della difesa delle regole democratiche e della rappresentanza;
* di un piano di assunzioni per eliminare il precariato e, perciò, anche della nomina dei supplenti;
* del rispetto dei parametri di legge sia per la formazione delle classi in presenza di alunni con disabilità sia per il rispetto delle normative della sicurezza della garanzia per gli alunni delle ore alternative all'insegnamento della religione;
* della messa a norma delle strutture edilizie della scuola;
* della difesa degli organismi collegiali che promuovono la cultura della partecipazione, della solidarietà e della legalità nelle scuole;
* del rinnovo delle RSU, per una gestione democratica e trasparente delle scuole e per una reale rappresentatività del sindacato nel luogo di lavoro;
* del rispetto del CCNL sulle prestazioni lavorative ed il ripristino sul piano giuridico ed economico degli scatti di anzianità,
sono quindi costretti a ridurre alcune attività aggiuntive:
1. viaggi d’istruzione e visite didattiche;
2. attività pomeridiane.
Comunque, nonostante le difficoltà causate dai tagli operati dal Ministro, la Scuola garantirà la consueta qualità dell’insegnamento.
Verrà effettuato, nel corso dell’A.S., il Progetto promosso dalla Presidenza della Repubblica, di altissimo profilo culturale ed educativo, riguardante l’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
Il Progetto verrà svolto da tutti i Consigli di classe e prevederà la partecipazione a tutte le iniziative che, in orario scolastico, si terranno nel territorio di Roma.
I docenti, eleggendo fin d’ora un Comitato aperto a tutte le realtà dell’Istituto, auspicano, altresì fortemente, una profonda riflessione comune con i genitori, le famiglie e con tutte le scuole, impegnandosi a creare momenti d’incontro che favoriscano la comprensione, la condivisione, il coinvolgimento e la partecipazione alla protesta.