Il sindaco di Milano è stressatissimo. Non si spiega altrimenti l’uso ossessivo, durante l’incontro con le rappresentanze USB, Uil, Sulpm, Sgb e Adl della Polizia Locale, di un noto termine che definisce l’organo genitale maschile. “C’è gente che con lo straordinario ci marcia”. E giù il noto termine. “A differenza di altri io ho un elevato consenso”. E giù il noto termine. “Lei non può parlare così al suo sindaco”. E giù il noto termine.
L’inventario sarebbe lungo. Ci limitiamo a dire che l’incontro tra i sindacati della Polizia Locale di Milano e l’amministrazione, rappresentata al massimo livello dal sindaco Giuseppe Sala e dal vicesindaco Anna Scavuzzo, si è concluso con un nulla di fatto perché, sparato il noto termine per l’ennesima volta, il primo cittadino ha preso su la giacca e abbandonato la sala.
Solo uno stress gigante spiega l’offensivo comportamento tenuto con i rappresentanti della Polizia Locale, di chi cioè garantisce il funzionamento della città, rei di voler discutere problemi veri: l’introduzione punitiva del badge in un corpo ad assenteismo zero, l’imputazione delle ore di straordinario a capricci dei singoli, l’assenza di tutele, i nuovi piani del governo per l’uso della Polizia Locale come massa di manovra in funzioni di ordine pubblico e quisquilie simili.
Che peccato, un sindaco stressato. Inaspettatamente stressato, essendo fresco reduce dal trionfo di Milano città più vivibile d’Italia e da un’intervistona in cui definisce se stesso “morbido nei modi”, “rappresentante di una politica competente e garbata” e di “grande attenzione ai diritti dei lavoratori”.
Confidiamo che una rapida ripresa delle condizioni del sindaco permetta di tornare a un tavolo di trattativa, con modi e linguaggio ripuliti. Se al contrario il sindaco pensa di mantenere i rapporti con i lavoratori della Polizia Locale di Milano a forza di differimenti di scioperi, vessazioni e insulti, allora ha capito male. Noto termine.
Unione Sindacale di Base Polizia Locale Milano