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GLI STIPENDI DEGLI ITALIANI FERMI QUELLI DI PALAZZO CHIGI VOLANO


La scoperta, pur avendo una spiegazione, ha dell’incredibile. Ieri l’Istat, l’istituto nazionale di statistica, ha messo nero su bianco nell’annuario statistico del 2011, l’avanzamento delle retribuzioni tra il 2008 e il 2010. Si è così scoperto che nell’ultimo biennio, mentre i salari me-di sono andati più o meno appresso al dato dell’aumento dell’inflazione, (+ 2, 1 %), altri se ne sono distaccati in misura massiccia. Tra questi i dipendenti di Palazzo Chigi segnano un abissale + 15, 2 %. Seguono i giornalisti (+ 4, 7 %), i lavoratori nei servizi portuali, quelli delle telecomunicazioni, delle scuole private religiose e della ricerca (+ 3, 7 %). Registrano invece un aumento sotto il livello dell’inflazione i militari e le forze di polizia (+ 0, 9 %), i lavoratori della pubblica istruzione (+ 0, 6 %), quelli degli altri ministeri (+ 0, 7 %), i vigili del fuoco (+ 0, 4 %). Un’Italia a due velocità, anche nella pubblica amministrazione. Nel 2010, spiega la raccolta statistica, sono stati rinnovati 28 accordi contrattuali: 23 nel privato e 5 nel pubblico. Riguardavano 3, 5 milioni di dipendenti, con un monte retributivo pari a poco più di un quarto (25, 4 %) del totale. Gli aumenti medi hanno registrato un + 2, 2 %, decisamente inferiore alla variazione 2008-2009 (quando si registrò un + 3, 1 %. Nel settore pubblico sono stati rinnovati i contratti della Presidenza del Consiglio, dei militari, della polizia e dei carabinieri, per un totale di 454 mila persone. Dati alla mano si può dire che alcuni sono andati meglio di altri. Ma come è stato possibile che l’aumento degli uni sia stato 30 volte superiore a quello degli altri? DALLA PRESIDENZA del Consiglio spiegano che negli accordi del 2010 c’è stato un aumento delle ore settimanali lavorate (passate da 36 a 38). Questo aumento di orario avrebbe fatto confluire gli oneri accessori (quelli che si forniscono per servizi, risultati o straordinari), nel calderone generale delle competenze, finendo per distorcere in parte il dato. Lo ammette la stessa Istat, che però ne dà una lettura diversa: “L’aumento dello stipendio dei dipendenti di Palazzo Chigi è dovuto anche ad un innalzamento di due ore dell’orario di lavoro”. Anche la Fnsi, il sindacato dei giornalisti, ribatte al dato statistico: “Non c’è proprio nulla di cui scandalizzarsi per l’aumento registrato dal-l’Istat del 4, 7 % delle retribuzioni contrattuali dei giornalisti nel 2010 a fronte di una media di incremento pari al 2, 1 per cento – afferma Franco Siddi, segretario generale della Fnsi – Perchè quell’incremento è riassuntivo di sei anni di mancati adeguamenti. Nel 2010 si sono avuti, infatti, i primi effetti del rinnovo contrattuale. Ma bisogna ricordare che il contratto non si rinnovava da sei anni prima di quel momento”. to Istat”. Il segretario del sindacato dei giornalisti chiarisce come, però, al di fuori del contratto siglato tra editori e giornalisti, la situazione del 2010 è stata assai fosca per l’editoria tutta con le tante crisi aziendali che hanno portato a contratti di solidarietà, cassa integrazione, e la perdita netta di 250 posti. Ai dati dei contratti, d’altronde, non sfugge al segretario sindacale, che nelle redazioni delle grandi e piccole testate italiane, ci sono “22 mila collaboratori autonomi e precari” che può vantare un reddito medio che si aggira sui 5 mila euro l’anno. L’Istat, d’altronde, ha solo scattato la fotografia dei contratti siglati nell’ultimo biennio e delle loro conseguenze economiche. D’altronde, nelle 875 pagina del documento, l’orizzonte in cui questa si muove è ben chiaro. PER USARE solo il dato dei consumi, è evidente che il Paese ha smesso di spendere. La spesa delle famiglia si è spostata solo lievemente dall’anno precedente: 2. 453 euro medi al mese (+ 0, 5 % rispetto al 2009), solo 11 euro in più rispetto all’anno passato. È sempre l’Istat ad informarci che 2, 1 milioni di cittadini italiani, nel 2010, erano senza lavoro e che il 40 % di loro era al di sotto dei 30 anni. Che molti (soprattutto donne) lo hanno perso nelle regioni del Mezzogiorno. Salvo che nel 2007, il trend sulle persone in cerca di occupazione, è in crescita. Se nel 2006 erano 1. 673. 000 e nel 2007 1. 506. 000, negli ultimi tre anni si è precipitato a 1. 692. 000 (nel 2008), 1. 945. 000 (nel 2009) a 2. 102. 000 (nel 2010). Le prospettive per l’anno che va a concludersi non sembrano promettere un percorso tanto migliore. Nel quadro di insieme fotografato dall’Istat appare effettivamente strabiliante il dato sugli stipendi dei dipendenti del governo. Non è però quello l’unico dato che dovrebbe far discutere. Nel 2010, infatti, con il blocco del turn over in atto, i dipendenti di palazzo Chigi sono saliti di 187 unità (passando a 2521). Altra caratteristica propria del palazzo: per ogni funzionario ci sono due dirigenti.

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