Abbiamo letto le dichiarazioni del sindaco di Genova in merito agli investimenti rallentati sul territorio ligure, non ha citato le sponsorizzazioni che il gruppo iren ha messo in campo quest’anno e forse per mancanza di informazione, quanto accade all’interno del gruppo iren.
Negli ultimi sei anni il ruolo “genovese” all’interno del Gruppo nonostante fsu sia il primo azionista è stato estremamente ridimensionato, basta dare una occhiata alla mappa delle società che ne fanno parte per capire che almeno a livello di numeri del personale, IREN è un gruppo principalmente composto da società che si occupano di igiene ambientale e si capisce analizzando il numero dei dipendenti delle 38 società che operano sotto IREN.
46.60% Ambiente - 27% gas acqua energia - 13.2 Gruppo - 6.3 vendita - 6.3 altro.
Inoltre la società “multiutility emiliana” (come spesso la descrivono i giornali nazionali) anche all’interno delle società “storiche” che furono della città (gas e acqua) ha realizzato un city-shaming che ha visto lentamente sparire le figure di provenienza ligure da molte delle posizioni decisionali (Personale, Reti Gas,Laboratori ad esempio) per arrivare poi a “Mercato” (quella delle bollette) dove pur con una forte presenza ligure si respira un’aria da “succursale” delle altre realtà regionali. Eppure se si guarda la composizione azionaria Genova e Torino dovrebbero di gran lunga superare le quote emiliane… e allora ti viene il dubbio che siano esclusivamente scelte politiche… a proposito: a seguito della uscita dell’AD delgruppo, ci chiediamo se verrà seguito dalla schiera di dirigenti “gold” da lui inseriti in IREN in questo breve periodo; comunque sia non solo city shaming ma anche age shaming, a riprova uno degli AD di una delle 38 società che chiama i lavoratori provenienti dalla vecchia Amga: “i nativi”, infatti l’esperienza di più di 100 anni di storia del gas e degli acquedotti genovesi è relegata in una riserva indiana. E intanto sia fra i vecchi che fra i nuovi assunti abbiamo iniziato a conoscere le dimissioni volontarie…
Eppure nel piano industriale si dichiarava di voler un maggiore rapporto con i territori.. e come lo si cerca? Chiusure delle utenze (alla faccia dell’acqua pubblica) che creano una emergenza sociale, tentativi di riduzione del personale operativo sul territorio, stretta sui dipendenti e al di fuori della facciata e dei “webinar” sulle pari opportunità, di fatto vediamo che per i genitori con figli in età scolastica il grande gruppo green e smart non ha dato accesso ai giorni aggiuntivi di smart working… oppure ha negato il telelavoro (su Genova, in altre città è concesso) o ai problemi per le 150 ore a Donne che ne fanno richiesta.
Il rapporto con la Città? Un tempo se giravi per Genova con la divisa dell’Azienda ti offrivano il caffè e ti chiedevano qualche consiglio, oggi rischi l’accoltellamento, ma è stato attivato presso la sede un notevole incremento della vigilanza armata… Come si lavora in azienda? Siamo la Thyssen Krupp smart e green… IL SERVIZIO PUBBLICO? Non volevate il libero mercato? Eccolo… noi siamo da sempre per il servizio pubblico e continuiamo a pensare che i servizi pubblici essenziali non possono essere sacrificati in nome del profitto e della rendita azionaria, ma oggi il nostro impegno è quello di tutelare, difendere chi lavora dalla deriva paternalista/produttivista alla giapponese, che si nasconde oltre l’immagine.
Unione Sindacale di Base Lavoro Privato - Gruppo IREN
24/07/2023
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