Mentre si susseguono i tentativi della comunità internazionale per far cessare il conflitto israelo-palestinese in corso, resta impossibile, anche per gli operatori sanitari stranieri, riuscire ad entrare nella Striscia di Gaza.
Le notizie, frammentarie, che ci giungono dai territori occupati, confermano quello che la stampa internazionale e l’ONU vanno dicendo dall’inizio del conflitto: Israele sta usando armi micidiali che colpiscono indiscriminatamente donne e bambini ed il numero dei feriti, con l’utilizzo di particolari ordigni, è impressionante.
Proprio i feriti, in un conflitto di questo tipo, rappresentano l’obbiettivo più importante per la riuscita dell’operazione militare perché, più dei morti, aumentano il danno sociale e le ricadute sulla popolazione superstite.
Inoltre l’embargo a Gaza, iniziato 16 mesi prima della guerra, aveva già posto la popolazione palestinese in serie difficoltà anche per quanto riguarda l’ingresso di presidi sanitari e medico-chirurgici, figuriamoci ora che gli ospedali, oltre ai bombardamenti, si trovano ad operare in scarsità di mezzi.
Alcuni operatori sanitari della RdB hanno partecipato, nei giorni scorsi, ad una iniziativa di protesta organizzata da alcune associazioni (Forum Palestina, Rete Ebrei contro l’Occupazione) presso il Ministero degli Esteri ed hanno consegnato un progetto per la messa a disposizione dei posti letto del Servizio Sanitario Italiano per le necessità dei feriti palestinesi.
Nello specifico l’operazione che stiamo promuovendo presso tutti gli assessorati sanitari regionali, è la messa a disposizione dei feriti palestinesi (prevalentemente donne e bambini) dei letti pubblici utilizzati per gli interventi non urgenti ed a pagamento (intramoenia o libera professione) e, per le regioni interessate dai piani di rientro dal deficit, dei posti letto e degli ospedali in via di dismissione o già chiusi (come il San Giacomo di Roma).
Sappiamo che alcune regioni si sono già attivate per favorire l’ingresso di alcuni feriti nei propri ospedali e siamo certi che altre lo faranno a breve ma temiamo che le esigue disponibilità dei alcuni servizi sanitari regionali, in termini di posti letto, non possa rappresentare l’adeguata risposta ad un evento così straordinario.
La RdB Sanità, che aderisce alla manifestazione nazionale del 17 a Roma, esorta tutti i lavoratori del settore alla mobilitazione per:
· La cessazione del conflitto,
· L’apertura di un corridoio umanitario che permetta l’ingresso a Gaza del personale sanitario e dei presidi medici e la contestuale uscita dei feriti più gravi verso gli ospedali italiani.
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PALESTINA: RDB-CUB P.I. SANITA’ INVIA LETTERA APERTA A MARRAZZO, FRATTINI E SACCONI
Alcuni operatori sanitari della RdB-CUB hanno partecipato nei giorni scorsi ad una iniziativa di protesta presso il Ministero degli Esteri organizzata da diverse associazioni (fra cui Forum Palestina e Rete Ebrei contro l’Occupazione) ed in quella occasione hanno consegnato un progetto per la messa a disposizione dei posti letto del Servizio Sanitario italiano per le necessità dei feriti palestinesi.
Il progetto è stato inoltre esposto in una lettera aperta indirizzata al Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, e per conoscenza al Ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali Maurizio Sacconi, che è stata inviata questa mattina.
Spiega Sabino Venezia, della RdB-CUB P.I. Sanità: “L’operazione che stiamo promuovendo presso tutti gli assessorati sanitari regionali consiste nella messa a disposizione per i feriti palestinesi, prevalentemente donne e bambini, dei letti pubblici destinati agli interventi non urgenti ed a pagamento (intra moenia o libera professione) e, per le regioni interessate dai piani di rientro dal deficit, dei posti letto e degli ospedali chiusi o in via di dismissione, come il San Giacomo di Roma”.
“Sappiamo che alcune regioni si sono già attivate per favorire l’ingresso di alcuni feriti nei propri ospedali e siamo certi che altre lo faranno a breve – aggiunge Venezia - ma temiamo che le esigue disponibilità in termini di posti letto di alcuni servizi sanitari regionali non possa rappresentare l’adeguata risposta ad un evento così straordinario”, conclude il dirigente RdB-CUB.
La RdB-CUB P.I. Sanità, che aderisce alla manifestazione nazionale del 17 gennaio a Roma, esorta tutti i lavoratori del settore alla mobilitazione per la cessazione del conflitto e per l’apertura di un corridoio umanitario che permetta l’ingresso a Gaza del personale sanitario e dei presidi medici e la contestuale uscita dei feriti più gravi verso gli ospedali italiani.
La lettera inviata al presidente della regione Lazio e ai Ministri
Al Presidente della Regione Lazio
e, p.c. Al Ministro degli Esteri e al Ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali
Oggetto: Corridoio Sanitario popolazione Palestinese che necessita di ricovero.
Nell’ambito degli interventi umanitari che la Comunità Internazionale tenta in queste ore di attuare a favore della popolazione civile Palestinese, vittima del perdurare del conflitto, e nelle more di una tregua, anche transitoria, che permetta l’evacuazione dei feriti più gravi, si chiede l’immediato intervento delle SSLL per il ricovero sanitario e l’assistenza specialistica del maggior numero di feriti nei posti letto del Servizio Sanitario Pubblico della Regione Lazio.
Tale auspicabile soluzione potrà realizzarsi tramite:
· La sospensione per mesi 6 del Piano di rientro dal deficit sanitario della regione Lazio, per quanto concerne la chiusura dei Posti Letto ed Ospedali già individuati dal Piano di razionalizzazione della Rete Ospedaliera e quantificabili in circa 1500.
· La messa a disposizione per 6 mesi di personale dedicato e delle strutture sanitarie pubbliche, anche di ricovero, già finanziate dal Governo (fondi di edilizia sanitaria) e realizzate in ogni ASL/AO per le attività elettive a pagamento (intramoenia o libera professione).
· Rinnovo dei contratti in scadenza del personale sanitario precario dipendente dalle ASL/AO che ospiteranno feriti del conflitto israelo/palestinese in corso.
Quanto rappresentato si trasmette ai Ministri in indirizzo per i dovuti risvolti del caso che il Governo vorrà intraprendere al fine di garantire:
· La sospensione delle procedure di attuazione del Piano di Rientro dal Deficit della Regione Lazio,
· L’intervento umanitario per la sospensione del conflitto in corso.
Roma, 13 Gennaio 2009 p. RdB P.I. settore Sanità - Sabino Venezia