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Puglia

I morti sul lavoro di Molfetta: insopportabile ipocrisia!!

Taranto,

Inasprimento delle sanzioni, rafforzare il ruolo dei R.L.S., più Ispettori del Lavoro, approvare subito i decreti attuativi, queste alcune delle richieste che si inseguono senza soluzione di continuità dalle pagine dei giornali agli schermi televisivi dove pseudo esperti con la faccia di circostanza pontificano sul lavoro, quello manuale, quello che in tutta la loro vita non hanno mai conosciuto neanche per sbaglio.

Noi siamo incazzati!

Forse che una legge più dura avrebbe salvato i lavoratori di Molfetta?

Ci avrebbero pensato il R.L.S. o l’Ispettore del Lavoro?

Perché non la fatina buona?

La strage di lavoratori ha precise responsabilità: padronali, governative, sindacali.

Diciamocelo chiaro!

           

Le responsabilità padronali sono facilmente intuibili: investire sulla sicurezza costa denaro, meno si spende più si guadagna.

Le responsabilità governative, anch’esse, sono esplicitamente riferibili alla scarsa attenzione che le diverse compagini succedutesi alla guida del paese hanno da sempre riservato ai lavoratori ed alle lavoratrici, che hanno l’onore delle cronache solo in ben determinati momenti: quando si vuole qualcosa da loro alla vigilia delle tante elezioni cui ci siamo abituati, quando muoiono perchè non li puoi proprio ignorare, quando si ribellano perché bisogna criminalizzarli, arrestarli, ridurli al silenzio!

 

Le responsabilità del sindacato perché quando hai scelto la concertazione ritenendo che padroni e lavoratori possano accordarsi pacificamente seduti ad un tavolo, stai dicendo che la tutela degli interessi dei lavoratori diviene una variabile indipendente rispetto ad un quadro complessivo nel quale dovresti rappresentare interessi di parte, quella dei lavoratori, mentre invece divieni soggetto politicamente schierato “responsabilmente” garante della pace sociale con il culo dei lavoratori che dovresti difendere.

 

Qui da noi nel pubblico impiego i morti sul lavoro non fanno clamore, in arsenale abbiamo sempre più casi di mesotelioma pleurico, condanna a morte che ha una solo causa possibile: aver respirato fibre di amianto-

Vorremmo che poteste vedere il volto di uno dei tanti lavoratori nostri mentre ci parla del suo “problema”, un problema che lo sta uccidendo.

La sua consapevolezza che la “sentenza” è arrivata per lui e che non si può fare appello, la sua preoccupazione per quelli che rimangono, moglie, figli ma anche gli altri lavoratori ti scava dentro un solco profondo un dolore sordo …

Lui e tanti come lui che hanno lavorato per anni senza alcuna protezione in ambienti saturi di amianto respirandolo a pieni polmoni e portandoselo a casa inconsapevolmente sono un buon esempio di arsenalotto fannullone statali.

Come li vogliamo classificare questi lavoratori pubblici?

Per questo, nella consapevolezza piena che occorra rilanciare il conflitto, rompere le compatibilità, rifiutarsi di concertare ai danni dei lavoratori, nell’esprimere la solidarietà alle famiglie dei cinque fratelli morti a Molfetta mentre si guadagnavano il pane, non dovendo dimostrare a nessuno e meno che mai all’opinione pubblica borghese  che si dimentica troppo spesso di  noi, assicuriamo i tanti lavoratori che ci hanno sollecitato che inoltreremo alla Direzione Arsenale la richiesta di stornare il corrispettivo due ore di stipendio di chi intende aderire volontariamente, da destinare direttamente alle famiglie dei lavoratori nostri corregionali di Molfetta.

I nostri delegati sono impegnati a passare per le officine per raccogliere le adesioni a partire da lunedì 10 marzo.

L’unica solidarietà possibile: dai lavoratori per i lavoratori!

p. Coordinamento RdB Arsenale

            Luigi Pulpito