L’USB esprime solidarietà al delegato sindacale spagnolo, membro del Comitato Aziendale Europeo (CAE) licenziato in tronco da IBM con l’accusa di aver rivelato informazioni riguardanti l’ennesimo piano di ristrutturazione e taglio del personale a livello europeo.
L’IBM non è nuova a quest’approccio aggressivo e dispotico nei riguardi dei delegati sindacali, il 21 febbraio scorso nel pieno di uno scontro per una procedura di licenziamento collettivo, una RSU e RLS dell’USB di Roma è stata licenziata con motivazioni palesemente pretestuose.
Continuiamo a denunciare i CAE quali strumenti che agiscono contro i lavoratori. Per le aziende questi organismi devono assorbire le organizzazioni e i delegati sindacali, nella gestione dell’azienda , separandoli dai lavoratori. Secondo IBM il delegato spagnolo doveva ragionare da manager aziendale e non da sindacalista tacendo il piano di licenziamenti ai lavoratori. E’ stato licenziato perché secondo IBM è venuto meno a questo patto normato alla normativa europea n 94/95 del 22 settembre 1994.
Attraverso leggi e normative nazionali e dell’UE vengono dati ai datori di lavoro, strumenti che rendono più facili sia i licenziamenti dei lavoratori e sia la repressione dell’attività sindacale di classe.
Nell’esprimere la piena solidarietà al delegato spagnolo e alla nostra RSU rilanciamo la lotta contro la politica anti sindacale perseguita dalle aziende prime tra tutte IBM .
Roma 20 apr. 18
USB Nazionale Lavoro Privato
di seguito la traduzione del comunicato che dà notizia del licenziamento del delegato spagnolo
IBM ha ancora una volta dimostrato che l’immagine di "azienda ideale"
per la quale lavorare corrisponde ad una farsa. Questa settimana il rappresentante sindacale
spagnolo nel Comitato Aziendale Europeo è stato licenziato per motivi
disciplinari. La motivazione fornita dall'azienda: ha informato i dipendenti sui
piani di ristrutturazione che si stanno "cucinando" in Europa e che riguarderanno
non solo la Spagna ma anche altri paesi. Piani che l'azienda intende
mantenere segreti per ridurre al minimo la capacità di risposta da parte
dei lavoratori e che per legge l’azienda è obbligata a comunicare, negoziare e
discutere con i rappresentanti legali, le commissioni e i sindacati.
Il caso è stato trattato con particolare cattiveria da parte di IBM, che oltre
a procedere contro questo rappresentante, ha sanzionato i membri dei
comitati che hanno inviato il resoconto con le informazioni, semplici
messaggeri di una realtà da nascondere secondo IBM - bisogna sottolineare che la
società continua a fare miliardi di euro e vuole farne ancora di più a
facendo cassa con gli stipendi dei dipendenti licenziati - una realtà che deve
essere portata alla luce una volta per tutte. Questi colleghi hanno ricevuto
delle sanzioni ingiuste (1 e 3 giorni senza lavoro e salario) somministrate allo scopo di
intimidire chi difende i diritti dei lavoratori.
Non ci ridurranno al silenzio. Condanniamo questo atteggiamento di IBM, un
atteggiamento che perseguiremo nei tribunali fino all'ultima corte
possibile. Non si tratta di un attacco a un individuo: si tratta di un
attacco contro il DIRITTO ALL'INFORMAZIONE di tutti i lavoratori
dell'azienda, e, per estensione, contro tutta la classe lavoratrice europea.
Non riusciranno a farla franca: lotteremo fino alla fine per ribaltare
questa situazione.