Il 1° giugno un giovane magazziniere dell’hub piacentino di Ikea si è gravemente infortunato rimanendo schiacciato tra il mezzo con cui movimentava i pallet e la scaffalatura dove doveva stoccarli.
Si tratta di un ragazzo assunto da poco tempo con contratto a tempo determinato; una delle tante vite precarie, vite di corsa per dimostrare di "meritare" un contratto magari a tempo pieno, magari con una durata che vada oltre il mese, con il miraggio del lavoro a tempo indeterminato.
Nel magazzino ove è avvenuto l'incidente Ikea sta investendo per avere scaffalature nelle quali i prodotti non subiscano danni, perché eventuali incendi non mandino in fumo troppi divani e armadi, perché gli ambienti siano refrigerati d'estate in modo che le confezioni di cartone non si scollino per il caldo eccessivo; i lavoratori, però, si devono arrangiare.
La Coop San Martino (che gestisce l'appalto) infatti non integra la quota dovuta in caso di malattia, infortunio, maternità e in inverno i facchini lavorano al freddo senza un adeguato riscaldamento, ma tanto non sono mica scatole di cartone che rischiano di scollarsi.
Le autorità competenti sono ora al lavoro per comprendere dinamiche ed eventuali responsabilità; gli iscritti ad USB - oltre 200 facchine e facchini su 400 lavoratori in appalto - hanno però già fatto notare come le "slitte" utilizzate abbiano sistemi di sicurezza talvolta lacunosi e non siano idonee a movimentare merci in quel contesto poiché sprovviste di protezioni soprattutto se si ripongono le merci nella parte bassa degli scaffali.
Nell'economia di questo nostro paese le macchine, l'innovazione tecnologica valgono solo per tagliare posti di lavoro, mai per far diminuire la fatica o garantire la sicurezza.
USB chiede da mesi di incontrare Ikea e Coop San Martino per discutere proprio di salute, malattia, sicurezza, ritmi e carichi di lavoro, ma i datori di lavoro si rifiutano.
USB ribadisce con fermezza che per contrastare con efficacia il triste primato di incidenti e assassinii sul lavoro detenuto dal nostro paese, occorre che i padroni rispettino le norme investendo in sicurezza, corretta manutenzione dei macchinari e degli strumenti di lavoro, in una reale formazione del personale sui processi lavorativi.
USB non permetterà ulteriormente che il grido d'allarme, le segnalazioni e le proposte di lavoratori e sindacato vengano ignorate con i risultati drammatici che stanno sotto gli occhi di tutti.
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