Lo scorso 13 novembre, Alemanno non ha potuto fare la presentazione del suo pacchetto di dismissione del patrimonio pubblico coniugato con misure di housing sociale di dubbia efficacia. Non l’ha fatto per motivi misteriosi e per qualche discrepanza, si vocifera che nessuno gli avesse saputo dire quante case avesse dato Veltroni nei suoi mandati.
Ve li diamo noi i dati: 42mila domande inevase di un alloggio popolare, più di tremila sfratti eseguiti e in attesa di un passaggio da casa a casa, più di 6000 esecuzioni per morosità a causa del caro affitti, centinaia di giovani coppie indebitate con mutui insostenibili e a rischio di insolvenza, studenti e migranti che affollano a nero migliaia di stanze e posti letto.
Affrontare questo con le proposte che sta per esibire l’assessore Antoniozzi non solo non serve ma risulta criminogeno. Se le uniche case disponibili verranno consegnate a poche decine di aventi diritto e tutte le altre domande verranno cancellate, che accadrà a chi aspetta da anni un alloggio? Coloro che non si sono organizzati, che non hanno occupato, che hanno atteso il loro momento, che hanno fatto una scelta di legalità e che non hanno acquistato alloggi popolari o non li hanno occupati abusivamente, quando avranno una risposta? Chi è stato sfrattato nel 2009 e che non avrà riconosciuto come titolo l’esecuzione dello sfratto dove andrà a bussare? L’emergenza abitativa che vive nei residence come verrà sistemata?
Dentro una città stremata e ingannata prima da Veltroni e oggi da Alemanno nessuno prende casa. Questa è l’amara conclusione alla quale siamo giunti e per questo invitiamo tutti quelli che hanno sottoscritto una domanda di alloggio popolare a partecipare al falò per il diritto all’abitare dove bruceremo le inutili richieste di una casa pubblica. Prima che l’amministrazione comunale ci dichiari tutti invisibili ci faremo vedere in tanti in lungotevere de’Cenci alle ore 16 del 18 novembre 2009 presso l’assessorato alla casa.
Migliaia di precari e precarie dell’affitto sfideranno l’insipienza di un assessore e di un sindaco che con una mano vendono le case popolari e con l’altra regalano aree e patrimonio pubblico alla rendita immobiliare con qualche briciola per l’emergenza. La stessa emergenza che ha permesso di fare affari d’oro alle realtà che gestiscono residence e accoglienza.
Per fermare il movimento di lotta per il diritto all’abitare, il comune, la questura e la prefettura hanno inaugurato una stagione di sgomberi e di minacce che vuole travolgere ogni resistenza possibile. Il piano Alemanno che arriva insieme ai manganelli parla con la città dei solvibili e dimentica monoreddito, precari, migranti, anziani, giovani coppie, coppie separate. Gli stessi tavoli predisposti in prefettura sono fermi da tempo e non valgono più come argine contro gli sgomberi e gli sfratti. Ne chiediamo l’immediata convocazione, così come reclamiamo le dimissioni dell’assessore Antoniozzi.
Blocchi Precari Metropolitani
Coordinamento cittadino di lotta per la casa
Action
Comitato obiettivo casa