Il prossimo 2 luglio l’Unione Sindacale di Base ha proclamato una giornata di sciopero di tutti i lavoratori della Sanità, pubblica privata ed appaltata al cosiddetto Terzo Settore.
Perché questo sciopero? Perché questi mesi di forte emergenza sanitaria hanno dimostrato a tutti la fragilità del nostro sistema sanitario, malato da ormai troppi anni di tagli di posti letto, di abbandono della medicina territoriale, di carenza di personale, di inconcepibili liste d’attesa a fronte di attività intramoenia negli stessi ospedali, di mancanza di strumentazione adeguata, di cessione di pezzi al privato. E l’elenco potrebbe ancora allungarsi.
Hanno dimostrato che il SSN si è frantumato nella gestione regionalizzata della sanità pubblica, con le conseguenze che abbiamo visto tutti, direttamente o indirettamente.
Ci siamo illusi che l’epidemia da Covid-19, con il suo carico di contagi e di morte, con la strage silenziosa di anziani nelle RSA e con la crisi economica conseguente al blocco delle attività produttive, potesse essere l’occasione per porre al centro dell’agenda politica la necessità di ripensare l’intero sistema in un’ottica di diritto alla salute per tutti e per tutte visto che in Italia sono circa 12 milioni gli italiani che non possono permettere di curarsi. Neanche nelle strutture pubbliche.
Ci siamo illusi che fosse ormai evidente che investire in sanità equivale a “creare valore” per la collettività e che finalmente si mettessero in discussione gli ingenti finanziamenti alle strutture private che scelgono i terreni su cui operare lasciando al pubblico, dopo averlo saccheggiato, pronti soccorso, terapie intensive, reparti di malattie infettive, insomma tutto ciò che non produce guadagno; e applicando contratti indecenti al personale alle proprie dipendenze. Ci siamo illusi che si ponesse termine alle esternalizzazioni senza fine che hanno fatto proliferare tangenti e corruzione e aumentare inevitabilmente la spesa pubblica a favore del profitto di imprenditori e cooperative.
E ci siamo illusi che alla retorica degli eroi incensati ed adulati nel momento della paura e dell’emergenza - lavoratori della sanità pubblica, della sanità privata, del Terzo settore abbandonati all’interno delle RSA, questo sì al pari degli altri, senza DPI e senza sicurezza, impotenti di fronte ad un nemico come il Covid 19 contro il quale avevano a disposizione solo armi spuntate - seguisse il riconoscimento della dignità e della professionalità, sul piano economico certo, ma non solo.
Invece niente. Nessun reale cambiamento di rotta è nell’agenda del governo, ma solo toppe ad un sistema che fa acqua da tutte le parti e che rischia di far naufragare definitivamente quel diritto alla salute garantito dalla nostra Costituzione messo a dura prova anche dal fermo - non senza conseguenze - delle operazioni chirurgiche, delle visite ambulatoriali, delle indagini diagnostiche, delle visite e prestazioni legate alla prevenzione.
Per questo scioperiamo, perché vogliamo assunzioni vere, investimenti concreti, un ritorno ad un unico SSN, l’applicazione di un unico contratto dignitoso per tutti coloro che operano in campo sanitario, la reinternalizzazione dei servizi pubblici. E vogliamo una sanità pubblica, universale e gratuita.
Uno sciopero che parla di rivendicazioni ma non solo.
Uno sciopero che non appartiene solo agli operatori sanitari ma che è di tutti coloro i quali pretendono che venga rispettato il diritto alla salute.
Oggi più che mai la nostra lotta è la tua lotta.
Unione Sindacale di Base