Il prossimo 5 febbraio deve essere la giornata di protesta di tutti i lavoratori della Giustizia per sollevare finalmente la testa e dire basta. Non dobbiamo perdere un’occasione!
Basta alla politica che finora ha previsto esclusivamente tagli alle risorse e non investimenti; basta al blocco delle assunzioni che di fatto hanno agevolato l’esternalizzazione e la privatizzazione del servizio; basta alle riforme a costo zero, alle leggi improntate sul “momento” che hanno reso cavillose e farraginose le procedure.
Soprattutto dobbiamo dire basta a questa Amministrazione, che in perfetta sintonia con CISL e UNSA SAG (chissà perché!), ha proposto un Contratto Integrativo che in cambio di un “piatto di lenticchie” ci dequalifica, non riconosce la professionalità acquisita e introduce massima flessibilità nelle mansioni.
Tutto questo la RdB P.I. lo denuncia da anni, così come ha prontamente denunciato le promesse di “Pulcinella” degli ultimi Esecutivi: prima il Sottosegretario Vitali, con una riforma solo sbandierata in prossimità delle elezioni; poi il Memorandum sull’<Ufficio del Processo> proposto da Li Gotti ed infine, le chimere contenute nel DPEF presentate dall’On Alfano, tutte proposte per gettare fumo negli occhi dei dipendenti e dell’opinione pubblica.
Sapevamo bene che le richieste del Ministro della Giustizia, contenute nel Documento di Programmazione Economica e Finanziaria, non sarebbero state disponibili, che non ci sarebbero state né assunzioni né i milioni di euro senza un reale impegno da parte sua.
Le promesse erano “specchietto per le allodole” per tenere buoni i lavoratori, mentre in realtà si lavorava per l’ennesima riforma delle norme senza alcun investimento, riforma che una volta conclusa metterebbe definitivamente a terra gli Uffici Giudiziari ed i lavoratori.
A questo punto la responsabilità diventa nostra se continuiamo a tacere, se non gridiamo tutti insieme che la loro gestione è fallimentare: dobbiamo chiedere e pretendere dalla classe politica maggiore attenzione ai problemi della Giustizia e dei lavoratori.
Dobbiamo pretendere che ci mettano in condizione di dare al cittadino un servizio efficace ed efficiente; dobbiamo farci dare il conto di quanti soldi sono stati sperperati in appalti, consulenze e mancate informatizzazioni, visto che hanno esclusivamente arricchito le aziende private e lasciato invariata la tecnologia negli uffici creando solo precariato, ed infine dobbiamo pretendere il pagamento ed riconoscimento della nostra professionalità.
CHIUDIAMO GLI UFFICI E SCENDIAMO IN PIAZZA!
IL 5 FEBBRAIO MANIFESTAZIONE A ROMA
ORE 9.30 PIAZZETTA SAN MARCO (PIAZZA VENEZIA) E CORTEO FINO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA!