Dal Nazionale - Il prossimo 7 ottobre la USB organizzerà una giornata nazionale di protesta delle lavoratrici e dei lavoratori del Comparto Funzioni Centrali contro il DPCM del 23 settembre 2021 nel quale si prevede che dal prossimo 15 ottobre la modalità ordinaria di svolgimento dell’attività lavorativa torni ad essere quella svolta in presenza.
Ora bisognerà vedere quali indicazioni darà il ministro Brunetta, ma dalle sue dichiarazioni emerge la volontà di cancellare con un colpo di spugna lo smart working emergenziale.
Già diverse amministrazioni si stanno muovendo con fughe in avanti, nella foga di compiacere il ministro, ma in questi ventuno mesi di emergenza sanitaria la sicurezza e la salute dei lavoratori è stata garantita da protocolli sanitari che dovranno essere necessariamente implementati prima di un eventuale ritorno generalizzato in presenza, che si ritiene comunque avventato e pericoloso per la tutela della salute dei lavoratori in una fase tutt’ora emergenziale.
Sono le imprese a dettare la linea a Draghi e Brunetta, che si adeguano prontamente alle richieste di Confindustria, nonostante gli uffici pubblici non siano pronti ad accogliere in sicurezza tutti i lavoratori.
Ancora una volta è il profitto a vincere sul diritto alla salute dei lavoratori.
Il ministro Brunetta ha affermato che il ritorno al lavoro in presenza nel pubblico impiego favorirà la crescita economica dell’1% del PIL (il prodotto interno lordo), pari a 15 miliardi di euro.
Quanto di questa crescita prodotta andrà ad implementare gli stanziamenti per il rinnovo dei contratti? Zero!!!
Draghi ha più volte dichiarato che questo è il momento in cui lo Stato deve dare e non prendere, ma probabilmente si riferiva ancora una volta alle imprese, perché con l’aumento del 40% delle bollette energetiche annunciato per ottobre i lavoratori e i pensionati continueranno a pagare senza prendere nulla in cambio.
Servirebbe almeno 1 mld in più rispetto allo stanziamento di 3,7 mld per il triennio 2019-2021 per dare ai contratti del pubblico impiego un po’ di respiro e finanziare un nuovo sistema di classificazione del personale maggiormente coerente con le funzioni realmente svolte da lavoratrici e lavoratori.
Per questo USB il 7 ottobre sarà in piazza a Roma, davanti alla sede dell’Aran, per rivendicare un buon contratto e davanti agli uffici delle amministrazioni del Comparto Funzioni Centrali nei diversi territori per reclamare salute e sicurezza nelle sedi di lavoro e continuità dello smart working emergenziale, in attesa della definizione delle regole contrattuali.
USB ha indetto per la giornata del 7 ottobre un’assemblea nazionale giornaliera esterna per favorire la partecipazione ai presidi. L’assemblea sarà trasmessa in diretta sul sito della USB, sulla pagina Facebook della USB Pubblico Impiego e sul canale YouTube della USB. Ci saranno collegamenti e interventi da alcune piazze.