Pillola n. 8 - Il contratto bocciato dalle lavoratrici.
#WETOOGHETER. Contratto: maschile singolare. Lavoratrici: femminile plurale.
Dopo un’attenta analisi, come lavoratrici di USB, rispediamo questa ipotesi di contratto con forza al mittente.
Infatti, sono solo apparenti le intenzioni di superare le molteplici forme di discriminazione di genere. Vengono al contrario perpetuate le condizioni per le quali, in quanto lavoratrici e donne, siamo umiliate e penalizzate.
Pur constatando che per la prima volta è stata acquisita in un CCNL la normativa che prevede la possibilità per le donne vittime di violenza di usufruire di un periodo di aspettativa retribuita e facilitazioni per il part-time, riteniamo che questo passo sia un atto dovuto per una Amministrazione Pubblica di un Paese in cui le violenze, i maltrattamenti, le molestie, perpetrate sulle donne sia nei luoghi di lavoro che negli ambiti sociali e familiari, fino alla estrema conseguenza dei femminicidi, sono in continuo aumento e ormai praticamente all’ordine del giorno.
Oltre ad un inasprimento dei codici disciplinari e la limitazione dei permessi per prestazioni specialistiche, che determinano una retrocessione dei diritti conquistati dalle donne in seguito di lunghe battaglie sostenute in passato, come donne di USB abbiamo evidenziato si perpetua un violento attacco alle lavoratrici. Le donne che usufruiscono di permessi, di part-time, di congedi parentali, della L. 104 e di altri istituti cosiddetti di “conciliazione” dei tempi di lavoro con la famiglia, subiscono ancora forti discriminazioni e non esiste, ad oggi, un sistema per prevenire le condizioni che pesano sul salario e sulle possibilità di carriera delle donne. A titolo puramente esemplificativo, nulla è stato fatto per rendere il sistema di valutazione immune dalla forte discriminazione di genere.
Questa ipotesi di contratto non recepisce in alcun modo il concetto che la violenza sulle donne è sistemica e strutturale, e non emergenziale, in questa società dominata dal patriarcato.
La restrizione prevista per le visite specialistiche è destinata a ripercuotersi sulle prestazioni sanitarie e sugli screening finalizzati alla prevenzione dei tumori femminili. Non possiamo permettere che le donne, molto spesso oberate da carichi di lavoro anche familiari, siano costrette a rinunciare alla propria salute o a rischiare di dover ricorrere alla ferie per farlo. Sarebbe stato necessario, in sede di ipotesi di rinnovo del contratto, trovare misure per facilitare l'accesso alle visite specialistiche in orario di servizio, qualunque sia la durata prevista.
E’ certo che tali inasprimenti e limitazioni introdotte dal CCNL riguardano tutti i lavoratori, anche gli uomini, ma è necessaria anche un'analisi di genere, visto l'alto numero di donne nel settore pubblico, soprattutto in quello educativo e scolastico.
E questa lettura in ottica di genere USB può farla a pieno titolo, perché l’impegno e le lotte nell’ambito del percorso globale di “Non Una di Meno” sono parte sostanziale della lotta complessiva del nostro sindacato. Lotte praticate anche attraverso lo sciopero globale femminista proclamato anche da USB nelle giornate #LOTTOMARZO degli ultimi due anni.
Se il contratto è maschile singolare noi lavoratrici siamo femminile plurale!
USB Pubblico Impiego Liguria 10.04.2018