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Il Centro Studi CESTES, del Capitolo Italiano della Rete di intellettuali e artisti in difesa dell ‘umanità, a Cuba incontra il Presidente Miguel Diaz Canel


Mentre nel cuore dell’Europa, in Ucraina, infuria la guerra imperialista e in molti altri quadranti, come il Medio Oriente e vaste porzioni dell’Africa, le armi continuano a tuonare calpestando il desiderio di pace che accomuna tutti gli uomini – tanti intellettuali marxisti, cristiani, che operano in settori come l’arte, l’economia, la ricerca sociale, la formazione e la comunicazione avvertono il grido di dolore dei deboli e sentono come ineludibile il dovere di amplificarlo perchè non resti inascoltato, e per questo si impegnano, coordinati da Luciano Vasapollo e Rita Martufi, nel capitolo italiano delle Rete di intellettuali e artisti in difesa dell ‘umanità; e ciò è ancora più importante e strategico ora mentre si profila una carestia che sembra studiata a tavolino per non scalfire i lauti guadagni delle multinazionali, mettendo ancora in fuga popolazioni inermi che si giocano la vita nella per loro pericolosa navigazione del Mediterraneo o nel percorso accidentato nei Balcani, e che poi si vedranno di nuovo respinte da leggi inumane, spesso condannate a campi di detenzione e di frequente a torture e esecuzioni sommarie, come accade in Libia.

La Rete di artisti e intellettuali in difesa dell’umanità (REDH) è nata esattamente a questo scopo: dare voce a chi non ha voce. Ad ispirarla è la figura del grande poeta, giornalista e patriota cubano Josè Martì, e del Libertador, Simón Bolivar, che hanno donato alla Patria Grande a partire da Cuba e Venezuela, ai Caraibi e all’intera Nuestra America, come sottolineato da Fidel Castro in un memorabile discorso del 2003, “i principi etici senza i quali non si può neppure concepire una rivoluzione e un concetto così alto dell’onore e della dignità umana come nessuno al mondo ce lo avrebbe potuto insegnare”.

Proprio Fidel Castro e Hugo Chavez pensarono alla REDH per affiancare e sostenere il loro sogno dell’ALBA, l’iniziativa intergovernativa che può rendere realtà il Multipolarismo, cioè quella via della pace e solidarietà e complementarietà fra i popoli in particolare della Tricontinental dei Sud, da raggiungere con il dialogo costruttivo, l’imposizione della difesa dei diritti irrinunciabili dell‘umanità e il reciproco rispetto indicata oggi da Papa Francesco. Fin dal suo lancio, nel 2004, anche il capitolo italiano della REDH è stato sempre fra i più attivi e impegnati con grandi risultati raggiunti, anche con convegni, conferenze, facendo appelli, intessendo proficui, continui rapporti politici, culturali e mobilitazioni e percorsi di lotte con movimenti sociali come ad esempio quelli per il recupero culturale delle periferie, diversi collettivi studenteschi di varie università, il movimento dei disoccupati, dei precari, dei migranti, quelli giovanili ad esempio a partire dal combattivo e organizzato di CambiareRotta, con partiti organizzazioni come ad esempio la Rete dei Comunisti, con movimenti per la casa e l’abitare e con organizzazioni del sindacalismo di base e conflittuale, con un duro lavoro spesso sotterraneo di coinvolgimento attivo voluto dai coordinatori Vasapollo e Martufi in maniera allargata a intellettuali, artisti, personalità istituzionali e dirigenti di associazioni di base e movimenti sociali, di diverse provenienze ideologiche, a marxisti , a credenti e non credenti, scienziati di tante diverse discipline, a pittori, scultori, musicisti, scrittori e cineasti che hanno individuato l’amicizia tra i popoli, la scienza e l’arte come strumenti di libertà, ovvero, precisamente come teorizzato da Martì, “la cultura come un mezzo per essere liberi”.

“Si tratta di un ideale che risulta molto congeniale alla realtà di un giornale come FarodiRoma (che ha edizioni in 4 lingue) e all’Associazione Padre Virginio Rotondi per un giornalismo di pace, che si richiama al grande gesuita impegnato fin dal dopoguerra nell’allora inedito apostolato dei media, accanto alla sua militanza nel Movimento per un Mondo Migliore che ha anticipato la visione multilateralista del Concilio Vaticano II con il riconoscimento esplicito dell’inalienabile dignità di ogni persona e di ogni popolo”, sottolinea Salvatore Izzo, direttore di Faro e presidente della Rotondi che promuove il quotidiano online e diverse altre iniziative. “Associazione e giornale – spiega Izzo – partecipano attivamente ormai da anni al capitolo italiano REDH, poiché hanno un’esplicita vocazione che è quella della formazione, che oggi trova un riscontro nella collaborazione scientifica e didattica con alcune cattedere universitarie a partire da quella del professore Vasapollo di Economia dell’Università La Sapienza, ma anche con realtà delle periferie operanti nei territori del Lazio e della Liguria, in particolare con ragazzi considerati difficili”.

Al capitolo italiano aderiscono molti intellettuali e realtà associative di base e movimenti sociali anche piuttosto diverse tra loro: la rivista e associazione Nuestra America, il laboratorio europeo per la critica sociale, appunto il giornale il Faro e l‘Associazione Padre Virginio Rotondi per un giornalismo di pace, l’associazione marxista politica e classe, movimenti giovanili del’alternativa e del cambiamento radicale, compagni, strutture e organizzazioni Comuniste, e il CESTES, prestigioso Centro Studi del sindacato USB. Inoltre ci sono scrittori e artisti ma anche docenti universitari, medici e operatori sociali che collaborano a secondo delle campagne e quindi con adesioni specifiche a campagne attivate in Italia con questa rete.

Dà conto dei loro apporti multidisciplinari del capitolo italiano REDH, la pubblicazione di numerosi libri editi da Efesto, che si richiamano esplicitamente a progetti di lotta culturale della REDH con in copertina il logo del capitolo italiano REDH che promuove tali libri, riviste, opuscoli e quaderni che riportano atti di convegni conferenze promossi da Vasapollo e Martufi per il capitolo italiano REDH, presentandone l’esperienza e la sua capacità di elaborazione di un pensiero critico comune.

Del nostro paese già nel 2004 i primi a dar vita con tanti altri intellettuali di paesi diversi come Cuba, Venezuela, Messico, Argentina, a partire da Attilio Boron, Farruco, Abel Prieto, Petras, Antunes, sono stati intellettuali e dirigenti politici come Gianni Minà, Mauro Casadio, Rita Martufi e Luciano Vasapollo, che erano presenti a Caracas alla riunione fondativa di REDH. “Ricordo – racconta Vasapollo, della segreteria internazionale esecutiva della REDH, vicepresidente dell’Associazione Rotondi, professore di Economia della Sapienza, e decano
in attività nel dipartimento di studi europei , americani e interculturali nella Facoltà di Lettere e Filosofia, insieme a Rita Martufi coordinatore del Capitolo Italiano di REDH – la riunione nella quale abbiamo formato la Rete in parallelo alla nascita dell’Alba, che all’inizio era un’alleanza fra Venezuela e Cuba, un’alleanza di solidarietà di complementarietà, per fare in modo che Cuba potesse avere delle risorse primarie che dopo la caduta dell’Unione Sovietica mancavano, in primis il petrolio a un prezzo politico, e che il Venezuela ottenesse uno sviluppo qualitativo, con l’aiuto dei medici cubani, di maestri e di insegnanti cubani per uscire appunto da una condizione che era disastrosa dal punto di vista dell’alfabetizzazione come dal punto di vista sanitario. Questa cooperazione tra i due paesi si incrementerà poi negli anni successivi con l’arrivo del Nicaragua, dell’Ecuador di Correa, di altri stati dei Caraibi e della Bolivia di Evo Morales e il Nicaragua di Daniel Ortega. Parallelamente a questo si avvierà un dialogo con un percorso attivo e sempre vivo nelle lotte per le grandi tematiche dei diritti dell umanità , di battaglia delle idee antimperialiste, intenso e fruttuoso con intellettuali cubani e venezuelani, ma anche di altri paesi, accomunati all’ideale della difesa dell’umanità dalle ingiustizie sociali, dalla violenza delle armi e dai disastri ambientali, un tema di cui abbiamo acquisito consapevolezza in modo crescente in questi ormai quasi 20 anni di impegno. Insieme a molti intellettuali e compagni, tra i quali voglio ricordare il sociologo argentino Atilio Boron e il giornalista de Le Monde Diplomatique Ignazio Ramonet, abbiamo contribuito allo sviluppo, ovviamente in chiave progressista, del pensiero sociale, cioè alle battaglie delle idee”.

Questa realtà della REDH estesa a livello mondiale non ha nè gerarchie nè vincoli ideologici e consente ai suoi membri di esprimersi con la massima libertà e teoricamente anche in disaccordo con altri esponenti di REDH. “Abbiamo voluto dar vita già dall’inizio – ricorda Vasapollo – ad una struttura orizzontale, senza nessun verticismo e senza un vincolo di militanza: questo è un aspetto importante perchè consente l’adesione su singoli appelli e battaglie, su un temi che permettono di avere una sostanziale unità del fronte progressista, ovvero su posizioni meno politicamente colorate, in particolare sui diritti fondamentali che non sono più i diritti dell’uomo ma sono il fondamentale processo per una nuova Futura Umanità”.

Non è un caso in effetti che questa realtà si presenti come una rete in difesa dell’umanità, quindi il centro è costruire una diversa nuova consapevolezza antimperialista, ovvero il sostenimento di tutti i diritti dell’umanità che vanno ovviamente dai diritti economici ai diritti politici e civili, ai diritti contro le ingerenze guerrafondaie e delle multinazionali, contro coloro che si pongono in termini di egemonia del potere dei forti e del denaro , contro l’imperialismo e il brutale dominio di chi non accetta e non rispetta L’ indipendenza e sovranità popolare, quindi la difesa dell’autodeterminazione politica e economica, della sovranità politica e della sovranità economica e di classe.

Il presidente cubano Miguel Diaz-Canel Miguel Diaz, ricevendo nei giorni scorsi all’Avana Vasapollo e Martufi ha riconosciuto questo ruolo enorme del capitolo italiano e la sua diversificazione contro ogni forma di settarismo ideologico. E’importate, concludono insieme Vasapollo e Izzo, “mettere insieme anche idealità diverse che hanno però come ragione comune la difesa dei subalterni, come li chiama Gramsci, ovvero degli scartati, come sottolinea quasi ogni giorno Papa Francesco”.

Sante Cavalleri