L’accordo recentemente sottoscritto a Milano da organizzazioni sindacali, Rsu e amministrazione comunale e approvato dall’assemblea dei lavoratori, seppur con una buona dose di dissensi, è una prima vittoria. In ballo c’erano: il ristabilimento di corrette relazioni sindacali, il blocco delle azioni unilaterali da parte dell’amministrazione, la sospensione delle delibere della giunta comunale finalizzate alla modifica di contratti e accordi decentrati esistenti, il ritiro delle conseguenti proposte, la conferma di due contratti decentrati e di tutti gli accordi in vigore nel Comune di Milano, l’erogazione delle parti economiche, prima sospese, per alcuni settori e servizi rispetto agli accordi specifici erogati col fondo ex art. 15 (per esempio: indennità disagio, servizi all’infanzia, protocollo Cdd).
La scelta dell’amministrazione di acuire il conflitto, soprattutto negli ultimi mesi, è stata molto chiara. Sia il sindaco sia gli assessori avevano attaccato duramente i dipendenti comunali, anche attraverso giornali e tivù, con continue e inaccettabili dichiarazioni culminate nell’accusa di essere “corporativi” mentre i lavoratori difendevano solamente i loro più elementari diritti. Una vera e propria campagna di denigrazione creata principalmente per modificare i contratti decentrati, uno per tutti quello della polizia locale. La risposta è stata lo sciopero dello straordinario in tutti i settori e numerose e ripetute assemblee in concomitanza con lo svolgimento di eventi pubblici. Questa mobilitazione generalizzata ha convinto la giunta comunale a scendere a patti. La firma del protocollo rappresenta un sostanziale passo indietro, un risultato positivo per i lavoratori. Ma non è la soluzione ai tanti problemi che esistono in tutti i settori del Comune di Milano: condizioni lavorative spesso insopportabili, esistenti ben prima delle fatidiche delibere. I dissensi emersi durante l’assemblea che ha approvato il pre accordo, hanno evidenziato il grave stato di malessere dei lavoratori e la loro sfiducia rispetto al mantenimento degli accordi da parte dell’amministrazione. USB sosterrà tenacemente ogni iniziativa e mobilitazione per ottenere le necessarie assunzioni, il superamento del precariato, la contrarietà al proliferare di assunzioni attraverso l’articolo 90 come il supporto agli assessorati, l’aumento del salario stabile, la diminuzione dei carichi di lavoro, il rispetto delle mansioni professionali, la reinternalizzazione dei servizi appaltati all’esterno e la difesa dei servizi pubblici. USB non smetterà di opporsi con fermezza agli effetti nefasti dei protocolli Expo 2015 sottoscritti da sindacati collaborazionisti e amministrazione.