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Il Comune di Roma condannato per aver perseguitato un dipendente reo di assistere la madre gravemente malata

Roma,

Il Tribunale di Roma, sez. Terza lavoro, giudice Dario Conte, ha condannato il Comune di Roma Capitale per aver ritenuto illegittima la richiesta di congedo per mancanza di requisiti e quindi rifiutato a un collega della Polizia Locale di Roma Capitale i benefici del dlgs 151/2001 (art.42 comma 5– periodi di congedo per assistenza ai disabili: in alternativa alla residenza o dimora temporanea si ha facoltà di produrre una dichiarazione sostitutiva ai sensi del dpr 445 del 2000) per assistere la madre gravemente malata.

I fatti risalgono al settembre 2015, quando il Comune aveva notificato al collega la sospensione dei permessi di cui godeva da due anni per assistere la madre gravemente malata che, colpita da ischemia cerebrale nel 2008, nel 2012 era rimasta vedova e nel 2013 si era trasferita dal figlio. Secondo il Comune di Roma il collega avrebbe dovuto documentare la convivenza con un certificato anagrafico e non con una dichiarazione sostitutiva di atto notorio. A seguito dei dinieghi ricevuti e della morte della madre, il collega si era ammalato di una sindrome depressiva maggiore associata a gravi e croniche alterazioni neurovegetative tali da farlo dichiarare inidoneo all’uso dell’arma.

Il Tribunale di Roma, dichiarando illegittimo il comportamento del Dipartimento Organizzazione e Risorse Umane, ha stabilito che nessuna fonte richiedeva che la convivenza risultasse da certificato anagrafico, tanto che sia l’Inps che la Funzione Pubblica prevedevano la semplice dichiarazione sostitutiva.

La sentenza condanna Roma Capitale, quindi tutti noi, a risarcire il collega danneggiato dall’incompetenza dei nostri dirigenti.

Non entriamo nel dettaglio per non dilungarci in tecnicismi, ma non possiamo non sottolineare i passaggi che per la condotta di Roma Capitale parlano di “ingiusto diniego”, “stravaganza”, “travisamento del dato normativo”, “comportamento ingiustificabile”.

Vogliamo evidenziare con forza come l’Avvocatura del Comune continui a dimostrarsi inflessibile perseguendo il singolo dipendente e negandogli diritti, mentre si dimostra distratta, non presentandosi in tempo in giudizio, quando di fronte si trova lobbies e noti studi legali.

È ora che la mannaia della legalità, colpisca i dirigenti incapaci nella stessa maniera con cui colpisce i dipendenti.

È ora che nei posti deputati a garantire il benessere dei dipendenti e a tutelarne i diritti ci siano persone che sappiano bene interpretare le norme e che non si sentano giudici del destino di altri.

Chiediamo all’Amministrazione di impedire a dirigenti senza competenze di danneggiare i dipendenti senza che vi sia alcuna conseguenza per loro.

RIPRENDIAMOCI I DIRITTI – RIPRENDIAMOCI TUTTO

Unione Sindacale di Base Pubblico Impiego – Unione Sindacale di Base Roma Capitale