Nel Comune di Imola le case di Edilizia Residenziale Pubblica vuote e sfitte sono oltre un centinaio, mentre le persone e i nuclei famigliari in attesa di un alloggio ERP sono quasi 500 (un numero che tiene conto solo delle persone ammesse al bando).... Che vi sia un'emergenza abitativa in corso, non solo a livello locale, ma in tutta Italia, è ormai evidente; che si stia lavorando nella direzione giusta per trovare una soluzione, invece, non lo è per nulla. Risale ad inizio luglio la pubblicazione di un bando per l’alienazione di 10 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica con cui il Comune di Imola intende finanziare opere di riqualificazione e ripristino di altri alloggi della stessa categoria. Come Sportello Antisfratto di Imola crediamo che svendere lo sfitto pubblico non sia una soluzione ma bensì la dimostrazione dell’incapacità delle istituzioni di considerare politiche a lungo termine che permettano di mantenere il patrimonio collettivo, già fortemente ridotto, e di riuscire a dare risposte concrete a un problema che esiste da anni. Le alternative esistono, ma non vengono prese in considerazione: uno strumento valido ed interessante come quello dei Fondi Strutturali Europei, distribuiti a livello regionale per contribuire allo sviluppo sociale ed economico del territorio, è finora stato utilizzato poco e male dall’Emilia Romagna. Eppure gli Stati membri dell’UE, Italia compresa, finanziano questi fondi che poi ci vengono restituiti al fine di rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale; la possibilità di accedervi esiste da anni, ma a livello locale non è mai stato fatto nulla. Si opta invece ancora una volta per la dismissione di patrimonio pubblico, che si dimostra essere una vera e propria svendita poiché, come indicato nella stessa delibera di approvazione del bando di alienazione, "la scarsa partecipazione alla precedente asta e l’attuale andamento del mercato immobiliare suggeriscono un deprezzamento rispetto ai valori a base d’asta già calcolati". Il controsenso dello svendere 10 appartamenti per investire (forse) nell'edilizia pubblica è palese, dal momento che le case ERP, vuote e sfitte, sono già lì, in attesa di essere utilizzate per lo scopo per cui erano nate. Inoltre, se gli appartamenti necessitano di lavori di ripristino di carattere non strutturale, si potrebbe prendere in considerazione la strada dell’auto-recupero da parte degli stessi inquilini a cui verrebbero assegnate, proposta, tra l'altro, di cui ci siamo già fatti promotori presso l’Amministrazione Comunale. Ricollegandoci a quanto suggerito in precedenza, un progetto del genere potrebbe trovare nei Fondi Strutturali Europei la concreta possibilità di venire realizzato, coniugando il problema casa a quello della perdita del lavoro che riguarda sempre più persone. Perché allora disfarsi di un’altra parte di patrimonio pubblico? In Italia le istituzioni locali, prone ai dettami del Governo Renzi, mirano ad una distruzione del concetto di welfare, cioè un sistema sociale che garantisca a chiunque la possibilità di godere dei diritti fondamentali. L’obiettivo è quello di trasformare i diritti in occasioni di profitto, trasferendo i servizi a privati e terzo settore. Si dimenticano tuttavia, o fingono di non vedere che entrambe, imprese private e cooperative sociali, continuano ad arricchirsi lucrando sui bisogni fondamentali e sui diritti delle persone. STOP ALLA SVENDITA DEL PATRIMONIO PUBBLICO! Sportello Antisfratto di Imola Altro...
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