Partita mercoledì 1° marzo la riforma Cartabia nel settore della giustizia civile, e il caos già regna sovrano.
Dai vertici ministeriali il solito assordante silenzio: nessuna direttiva diramata agli uffici, nessun confronto preventivo con le organizzazioni sindacali, nessuna formazione ai dipendenti.
E solo adesso negli uffici giudiziari, a suon di circolari, vengono impartite le prime confuse direttive sulle attività oggetto della riforma, con un diverso modus operandi da ufficio a ufficio… Così è se vi pare!
Perché l’importante non è tanto fare bene, ma che si faccia qualcosa.
E alla faccia della semplificazione tanto sbandierata, da oggi il pagamento del diritto di copia o di certificato e le spese per le notificazioni richiederanno l’utilizzo esclusivo della piattaforma telematica.
Non così semplice come si vuole far credere.
- se non si ha la carta di credito si dovrà pagare la “tassa nascosta” dei diritti aggiuntivi a banche, poste o esercenti abilitati, come le tabaccherie, che effettueranno il pagamento telematico;
- l’App IO, indicata tra le modalità di pagamento, non risulta ancora collegata con il Ministero della Giustizia;
- gli uffici del Giudice di Pace, sono ancora esclusi dal processo civile telematico.
LE FASCE PIÙ DEBOLI DEI CITTADINI E I LAVORATORI DELLA GIUSTIZIA RINGRAZIANO.
Coordinamento Nazionale USB Pubblico Impiego – Giustizia
Roma, 1° marzo 2023