Icona Facebook Icona Twitter Icona Instagram Icona Telegram Icona Youtube Icona Rss

Pubblico Impiego

IL GOVERNO APPROVA L'ENNESIMO FURTO DI SALARIO, LIBERTÀ SINDACALI E DEMOCRAZIA.

Roma,

Con l’approvazione, lo scorso 8 maggio 2009, dello schema di Decreto Legislativo di attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15 in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle Pubbliche Amministrazioni, il Ministro Brunetta, coadiuvato dall’intero Governo, ha deciso l’ennesimo furto di salario, di libertà sindacali e di democrazia a danno dei dipendenti pubblici.

Il Consiglio dei Ministri, con la ratifica della predetta bozza, ha disposto la decurtazione di quote consistenti di salario dei dipendenti pubblici a conferma che questo è considerato, ormai, la riserva aurea per finanziare le attività di governo a sostegno di imprese e banche.

Il Governo, poi, ha sancito lo svuotamento del Contratto Nazionale attraverso la regolamentazione, per legge, dei più importanti istituti e materie contrattuali, come la retribuzione accessoria, l’organizzazione del lavoro, le ricadute sui lavoratori delle ristrutturazioni delle Amministrazioni.

Non solo, quindi, ogni anno si farà la classifica dei dipendenti pubblici (quelli bravi, quelli così così e quelli pessimi) ma, ogni anno, solo il 25% dei lavoratori dovrà accontentarsi del salario base, senza neppure un centesimo di incentivo di produttività.

Il Governo ha definito, inoltre, la modifica dei Comparti di contrattazione del Pubblico Impiego, con l’obiettivo di  esautorare le organizzazioni di settore a favore delle grandi confederazioni e di praticare una gestione centralizzata della trattativa da parte del Governo.

Il Governo ha assunto anche la decisione, gravissima, di impedire lo svolgimento delle elezioni dei Rappresentanti dei Lavoratori (RSU) nel Pubblico Impiego con la scusa del  loro adeguamento al nuovo modello contrattuale.

In realtà, il vero intento è ridurre la partecipazione diretta dei lavoratori alla vita sindacale e lo svuotamento completo degli organismi ad elezione diretta nei luoghi di lavoro.

La mobilitazione, quindi, è più di un dovere, è sopravvivenza sociale, recupero di quanto viene tolto quotidianamente ai lavoratori.

Un primo e chiaro segnale è già stato dato dai lavoratori del MEF con la mobilitazione che si è svolta a Roma, proprio l'8 maggio, in concomitanza con l'approvazione dello schema.

La RdB/CUB ha valutato gravissima la situazione che si è determinata con le decisioni del Consiglio dei Ministri e ha predisposto l’avvio della mobilitazione di tutta la categoria, attivando, immediatamente, le procedure per la proclamazione di uno sciopero generale di tutto il Pubblico Impiego.