L'Unione Sindacale di Base chiama tutti i lavoratori e le lavoratrici ad un grande e combattivo Sciopero Generale e a Manifestare per abbassare le armi, alzare i salari.
- venerdì 20 giugno SCIOPERO GENERALE
- sabato 21 giugno in CORTEO nazionale a Roma assieme a tutte le forze, sindacali, sociali e politiche che condividano questo appello.
Stiamo vivendo un periodo della storia che non avremmo mai voluto affrontare.
La guerra entra ogni giorno nelle nostre case e ci porta le immagini di vere e proprie stragi quotidiane in Palestina ad opera del governo terrorista di Israele; non si affrontano i nodi reali per il raggiungimento di una pace vera nel conflitto Russia-Ucraina/NATO e l’Unione Europea continua ad operare per il proseguimento del conflitto; il governo Meloni – Tajani - Salvini, allineato con l’Unione Europea e compiacente con le richieste di Trump, stanzia miliardi su miliardi per partecipare al riarmo europeo e al progetto della difesa comune
I fondi per queste avventure guerrafondaie vengono rastrellati riducendo ulteriormente la spesa pubblica per lo stato sociale, a partire dalla sanità, per i salari, l’occupazione, le pensioni che oggi già sono a livelli inaccettabili.
Il governo si è rifiutato di stanziare fondi sufficienti a rinnovare i contratti pubblici, non garantendo neanche il recupero dell'inflazione; sta assistendo senza alcun intervento né programmazione alla deindustrializzazione definitiva del nostro Paese che sta producendo licenziamenti e picchi elevatissimi di ricorso alla cassa integrazione senza prospettive; subisce senza reagire l'offensiva trumpiana sui dazi che ricadranno pesantemente sui lavoratori e le famiglie, andando ad aumentare ulteriormente il peso del carovita sui salari e gli stipendi.
Non ha fatto alcuna pressione sui padroni per garantire adeguamenti salariali che recuperino le forti perdite del potere d’acquisto, rifiuta il salario minimo e scarica sulle casse pubbliche l’elemosina delle defiscalizzazioni e decontribuzioni. Adesso, con la frettolosa approvazione della legge promossa dalla CISL, accolla ai lavoratori il rischio d’impresa con conseguenze gravissime sui salari e sui rapporti industriali; non interviene per affrontare la drammatica emergenza abitativa, che colpisce ormai anche ampi settori di ceto medio, lasciando che prezzi e canoni degli immobili continuino a crescere senza alcun rapporto con le retribuzioni; continua a colpire la parte più povera della società, a cominciare dai cittadini stranieri, utilizzando il ricatto della precarietà lavorativa e dell’accesso al permesso di soggiorno; prova a mettere il bavaglio al dissenso, introducendo nuovi reati e aumentando le pene per chi agisce il conflitto sociale.
Vogliamo la pace e non la guerra.
Non vogliamo pagare per scelte guerrafondaie che ricadranno inevitabilmente sulla nostra vita.
Non accettiamo più che si muoia di lavoro senza che nessuno paghi e che non si assumano provvedimenti efficaci.
Non possiamo più stare senza contratti e senza aumenti adeguati.
Non vogliamo chiudere gli occhi le orecchie e la bocca di fronte al genocidio in corso in Palestina.