CIVITAVECCHIA – L’Unione Sindacale di Base locale organizza per venerdì 3 giugno a partire dalle 17.30, presso l’aula consiliare “R.Pucci”, un incontro pubblico sul tema “Il grande imbroglio del Jobs Act – Precarietà per tutti, diritti per nessuno“. All’iniziativa, coordinata e introdotta da Roberto Bonomi della Federazione USB Civitavecchia presenzieranno GIORGIO CREMASCHI, Forum diritti-lavoro, noto dirigente sindacale ex Presidente Comitato Centrale Fiom; LUIGI MARINELLI, responsabile formazione USB, che illustrerà tutti gli aspetti più controversi del provvedimento; EMIDIA PAPI, dirigente esecutivo nazionale USB che concluderà i lavori.
All’incontro sono invitati tutti i lavoratori, i cittadini, le istituzioni locali e del comprensorio.
“Il Jobs Act è senza dubbio e purtroppo una legge epocale, - spiegano dall’USB – fin troppo sottovalutata per gli effetti negativi che produrrà sul mondo del lavoro. Un vero imbroglio, anzi, un triplice imbroglio per i lavoratori e per il paese. Il primo imbroglio è stato quello di far credere che il nuovo contratto a tempo indeterminato sarebbe servito ad aumentare i diritti dei lavoratori precari, in favore dei quali sarebbe stato sufficiente un più deciso intervento legislativo. Come evidente l’obiettivo era invece quello di smantellare definitivamente l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, senza il quale si sono condannati i nuovi assunti ad una perenne condizione di ricatto, ovvero alla precarietà totale. Il secondo imbroglio riguarda invece le false promesse circa gli effetti occupazionali del provvedimento, che purtroppo non ci sono stati. Di fatto il limitato aumento di nuovi assunti a ‘tutele crescenti’ registrato nel 2015 è stato dovuto solo ai mega incentivi assicurati alle imprese (ben 18 miliardi), al termine dei quali i lavoratori saranno presumibilmente licenziati. Ciò che resta, certificano Inps e Istat, è l’attuale crollo delle assunzioni a tempo indeterminato e uno sviluppo abnorme dei voucher, il massimo della precarietà. Il terzo imbroglio, quello più importante, riguarda il vero obiettivo del Jobs Act: quello di innescare una concorrenza spietata tra lavoratori assunti con diversi regimi, tale da determinare nel tempo una compressione dei salari e lo smantellamento delle residue tutele/garanzie contrattuali. E’ facile infatti prevedere che il crescente dualismo tra i vecchi ‘garantiti’ e i nuovi assunti sempre licenziabili verrà usato come grimaldello per fomentare lo scontro generazionale, ponendo le premesse per un nuovo e duro attacco alle condizioni dei lavoratori. Così come è stato fatto per imporre la controriforma Fornero sulle pensioni e sopprimere l’art. 18 con lo stesso Jobs Act .
L’attacco finale al Contratto nazionale di lavoro è ormai prossimo ad essere sferrato. La linea è sempre quella tracciata dalla troika, resa esplicita dalla famosa lettera del 5 agosto 2011 del presidente della Bce, Jean-Claude Trichet. Nell’Europa dell’Euro, non potendosi svalutare le monete nazionali si svaluta il lavoro. Una prospettiva tragica a cui occorre rispondere costruendo un fronte alternativo alle politiche neoliberiste e di austerità, come ci stanno insegnando i lavoratori francesi da mesi in lotta contro il loro Jobs Act”.