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IL NORD-EST GRIDA!

Trieste,

Dure critiche dal territorio alla situazione del CNVVF

 

Capo del Corpo dei Vigili Del Fuoco

del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile
Ing. Alfio Pini


Ufficio Garanzia Diritti Sindacali

Dott. Iolanda Rolli


Tramite Ufficio Garanzia Diritti sindacali

Direttore Centrale per la Formazione

Vigili Del Fuoco

Ing. Giorgio Agresta


Più volte la scrivente Organizzazione Sindacale si è fatta portavoce delle difficoltà della categoria che lamenta un contratto di lavoro, ad oggi, scaduto da ormai 2 anni e 6 mesi. Nonostante che il personale del CN.VV.F. abbia profuso impegno e professionalità in ogni occasione in cui è chiamato ad operare, a parere delle scriventi, non vengono riconosciute alla categoria le dovute specificità sia normative che economiche. Sono anni che il Sindacato si batte per il riconoscimento alla categoria del lavoro usurante, per il riconoscimento dei danni da esposizione all'amianto. La riforma del rapporto di lavoro introdotta dalla legge 252/05 e dal D.L. 217/05 ha ingessato ancor più la categoria. Si è aperto un tavolo tecnico con la nostra Amministrazione per discutere le possibili modifiche proprio del D.L. 217/05 ed inspiegabilmente è stato abbandonato dallo stesso Dipartimento, rendendo così vane ogni possibile modifica dell'ordinamento e questo proprio quando il Governo, in preparazione del DPEF, poteva individuare le risorse necessarie. Quasi quotidianamente presso i Comandi Provinciali vengono organizzati dall'Amministrazione corsi di 120 ore per Volontari Vigili del Fuoco, che oltre ad impartire una formazione farsa, creano nuovi precari del Corpo Nazionale ai quali non viene garantito un futuro lavorativo. La manovra Finanziaria approvata da questo Governo sottrae ulteriori risorse ai Ministri e ai Pubblici Dipendenti ma in modo ancora più evidente penalizza il Corpo Nazionale, che già in precedenza aveva subito tagli all’organizzazione del soccorso. Il Governo dopo aver sproloquiato per mesi sulla fine della crisi e dopo averci rassicurato sulla tranquillità della nostra situazione economica, taroccando realtà, bilanci e conti, e dopo che ci era stato prospettato come uno spettro lontano quello che succede in altri paesi, che nulla avrebbe avuto a che fare con Noi, ecco che, con la manovra da 24 miliardi, questo Governo, si scaglia su di Noi con una ferocia che non ha precedenti e che incide in maniera vergognosa sulle nostre condizioni di vita. La scrivente Organizzazione Sindacale, hanno più volte sollecitato il Ministro a modificare la norma introdotta con la finanziaria 2008, che sottrae il 50% delle riassegnazioni del CN.VV.F. all'Opera Nazionale di Assistenza dei Vigili del Fuoco, evidenziano l'illegittimità della norma, vista la natura giuridica dell'ONA, senza mai trovare riscontro. I lavoratori della categoria risentiranno pesantemente gli effetti di tutto ciò, che si andranno a sommare ad una situazione già di per sé grave e che da anni denunciamo. Oggi, dopo pesantissimi terremoti, frane, alluvioni e l’incenerimento del patrimonio boschivo italiano, la tragica realtà con la quale dobbiamo confrontarci giornalmente è rappresentata dall’individuazione di ben 12.468 aree a rischio. Il fabbisogno per queste emergenze è elevato: le frane interessano quasi 7.770 aree, il pericolo di alluvione si riscontra in quasi 2.500 zone e per quanto riguarda il rischio sismico, dal 1905 al 1997 si sono verificati ben 19 eventi con oltre 124 mila morti. Dal 1997 ad oggi abbiamo avuto un’altra serie di attività sismica che va dalle Marche, all’Umbria per finire oggi all’Abruzzo. Altri rischi sono presenti nel nostro paese: incendi abitazione, siti industriali, incidenti stradali e sul lavoro e soccorsi a persona. Su tutto questo il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco è chiamato ad operare quotidianamente. Di fronte ad una situazione di tale gravità, ci si aspetterebbe da parte del legislatore un atto di consapevolezza e responsabilità, così da permettere un urgente intervento sul piano normativo che sani una strutturale deficienza organizzativa. Dalla lettura dei dati non può sfuggire come il riassetto del territorio, sia l’opera pubblica più urgente di cui il paese ha bisogno. La legge 225/92, per come la stiamo vivendo oggi, non ha più nessuna funzione di previsione e prevenzione, poiché la legge è stata snaturata. Ma soprattutto rimane nella sua interezza la dicotomia istituzionale. Un solo appunto è d’obbligo con il decreto 195 vorremmo solo ricordare come sono state sottratte ulteriori competenze al Corpo Nazionale in materia di soccorso in montagna, recupero dei beni artistici, ma soprattutto risorse per assunzioni di Vigili del Fuoco a discapito di dirigenti in protezione civile. Spesso abbiamo sottolineato l’importanza di unificare le strutture che operano nella Salvaguardia del Cittadino in un unico organismo che garantisca l’attività intersettoriale e le molteplici competenze che interessano i diversi Ministeri. L’unico organo in grado di garantire funzionalmente questa impostazione è la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Con la collocazione del Corpo nelle attività di DIFESA CIVILE, si è avviato un processo di graduale subordinazione alle pratiche militari tant’è che nel materiale di formazione è citato che i Vigili del Fuoco devono ”garantire la continuità di governo sul territorio, la salvaguardia degli interessi vitali dello Stato, la protezione fisica della popolazione, la protezione della capacità economica produttiva, logistica e sociale della nazione.” Nel 2005 l’organico del Corpo Nazionale era composto da 27.788 unità, attualmente con un organico di 27.719 presenta una carenza di 70 unità. Decisamente al di sotto degli standard minimi europei ( un V.F. ogni 1000 abitanti – 50 mila V.F. ). In compenso, a fronte di una diminuzione dell’organico, è stata aperta qualche sede in più. Tali dati confermano non solo una carenza di personale, vicina alle 15 mila unità, ma soprattutto una mancanza di qualificati. Nel 2005 sul territorio avevamo 11.027 qualificati, oggi sul territorio lavoriamo con 7.950 qualificati. Non solo mancano 3.000 qualificati, ma quello che bisogna analizzare bene è che stiamo parlando di personale altamente professionale, che dirige le squadre di soccorso e che possiede l’autorità di chiudere un villaggio, una palazzina o una ferrovia. Stiamo parlando di personale che a fronte delle grandissime responsabilità che gli vengono attribuite, viene remunerato con una remunerazione irrisoria. In questa situazione si mette a rischio la capacità tempestiva di intervento del Corpo Nazionale in caso di vasta calamità. Da anni mancano concrete politiche di innovazione che permettano di valorizzare tutti quegli operatori specializzati che operano nella nostra Amministrazione. Specializzazioni e Specialità del Corpo Nazionale sono praticamente auto-finanziate. Vogliamo ricordare che i Vigili del Fuoco, in una nuova organizzazione del soccorso, hanno la necessità di valorizzare le figure specializzate delle sue varie competenti. I diversi settori in ambito prettamente operativo, come quello dei nuclei elicotteri, dei nuclei sommozzatori, del settore aeroportuale, del settore portuale, delle tecniche di salvamento alpino – NBCR – fluviale e soprattutto il personale dei ruoli amministrativi (SATI: 3800 lavoratori che si sono visti arretrati nelle precedenti qualifiche), necessitano di puntuali investimenti in termini di personale, di strumenti e riqualificazione. Assistiamo preoccupati, in assenza di un piano energetico nazionale, ad una politica schizofrenica che fa un ricorso sempre più sfrenato ad una disinvolta installazione sul territorio di grandi impianti a rischio di incidente rilevante (quali rigassificatori, centrali termoelettriche e termovalorizzatori a metano), ignorando gli effetti di tipo catastrofico che tali tipologie di impianti avrebbero sulla popolazione e sulle contermini attività produttive nel caso di una loro esplosione. Impianti che, in assenza di norme etiche sulla sicurezza, vengono disinvoltamente autorizzati, ben sapendo che in caso di loro esplosione nessuno sarebbe in grado di intervenire in maniera efficace, non esistendo mezzi adeguati per fronteggiare simili eventi. Purtroppo ogni anno registriamo che in ogni finanziaria si decide un nuovo taglio delle risorse destinate al Corpo Nazionale, rendendolo così il fanalino di coda nel bilancio complessivo del Ministero dell’Interno. Ancora oggi registriamo un indebitamento dei vari Comandi nei confronti dei fornitori, a meno che non seguiamo il consiglio dell’allora Ministro Amato: “non pagate gli affitti e riparate i mezzi per il soccorso!”. Oggi, sempre a causa di scarse risorse, verifichiamo quasi una sostituzione della componente permanente con quella volontaria. Ribadiamo che noi non osteggiamo un rafforzamento della componente volontaria, chiediamo però, come lavoratori e come cittadini, che lo Stato garantisca per tutti e su tutto il territorio, uno standard eccellente nella tutela dell’incolumità umana e nella salvaguardia dei beni.


In conclusione oggi il Corpo Nazionale è nelle presenti condizioni:


  • risorse del 30% in meno rispetto a tre anni fa;

  • organici ridotti;

  • assunzioni centellinate;

  • automezzi con chilometraggi assurdi - senza contare quello che è successo nel terremoto in Abruzzo;

  • siamo senza contrattazione su materie importati e tutto demandato alla potestà legislativa del governo;

  • ci hanno privato delle RSU – atte a migliorare l’organizzazione del lavoro ed elette da tutti i lavoratori;

  • un sistema di protezione civile che assorbe soldi e funzioni al Corpo Nazionale – stravolgendo l’origine funzione per cui era nata quella della prevenzione e della previsione delle calamità;

  • nessuna specificità riconosciuta;

  • nessun riconoscimento della categoria usurante o a contatto con materiali pericolosi;

  • mancanza di elezioni degli RLS nei luoghi di lavoro;

  • contratti di lavoro imposti e non contrattati quinquennali attraverso DPR;

  • rincorsa a tutti i servizi extra lavorativi per recuperare salario;

  • operatori del soccorso fino a 59 anni sulle autopompe;

  • automezzi acquistati e depositati nel garage;

  • DPI ( dispositivi protezione individuali ) che lasciano a desiderare;

  • Una formazione decadente ed a costo zero;

  • Nessuna integrazione con le autonomie locali in una ottica del sistema protezione civile;

  • Diminuzione delle tutele per le lavoratrici e lavoratori del Corpo Nazionale con le OO.SS relegate ad un generico ..sentite le oo.ss. ;

  • Una riforma pagata con gli stessi soldi dei lavoratori prelevati dai soldi che ci erano stati stanziati per passaggi di qualifica;

  • Orario di lavoro senza controllo;

  • Riduzione delle squadre di soccorso nelle ore notturne

  • Nessuna professionalità, ma “polivalenti” .. manovalanza tutto fare.